La guerra, le troppe contraddizioni e chi canta “Meno male che Putin c’è”

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di Gian Franco Bottini

Vedendo i filmati della kermesse messa in piedi da Putin per mostrare al mondo l’appoggio del suo popolo, c’è veramente da rimaner sorpresi. In un palazzetto strapieno, con lo zar passeggiante su una pedana centrale mentre, addobbato con un “firmato” giaccone italiano, disinvoltamente maneggia il microfono a“gelato” con la maestria di un provato intrattenitore. Non c’era che rimaner allibiti, da parte di chi aveva negli occhi il grigiore e la pesantezza di quello che si è sempre visto, da molti decenni a questa parte, nelle manifestazioni del potere russo.

Non conosciamo la lingua russa, ma potremmo arrivare a giurare che il popolo delle tribune tributasse il suo omaggio al “capo” sulle note berlusconiane di “Meno male che Putin c’è” . Se poi è vero, e c’è da crederci, che quella gente era stata attirata da una sempre gradita “schiscetta” da asporto , allora il paragone ad episodi analoghi avvenuti nel passato, proprio dalle nostre parti, è quasi naturale. Ricordiamo infatti la convention costitutiva di un nuovo partito, forse mai nato, che pochi anni fa , nei pressi di una location dove aleggiava il profumo di rostelle e salamini, attirava numerosi pulman che scaricavano uomini con vestiti “della festa”, resi frusti da decenni di battesimi e matrimoni, e signore, altrettanto agghindate, con al seguito bande di ragazzini responsabili delle debordanti pance delle madri. Alla domanda dei malevoli giornalisti di TG3, su quale fosse il motivo della loro presenza, la risposta più ricorrente , ben poco politica, era stata : “ci hanno detto che qui si mangia”. O Putin si è occidentalizzato o lo vuol far credere, per cercar di sanare quel gap che lo separa dalla sua gente; soprattutto dai giovani, attratti dalla vita dei nostri campus universitari e dai liberi rapporti personali, di studio, di lavoro , di informazione, di cultura che sono del mondo occidentale.

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Gian Franco Bottini

E’ una guerra piena di contraddizioni questa. Impostata da Putin “alla baionetta” e sviluppatasi poi, da ambo le parti, con i piu’ moderni mezzi tecnologici sia bellici che mediatici. Attacchi informatici, droni e satelliti, informazione e controinformazione, notizie false e pelose verità, tour mediatico nei Parlamenti occidentali. La più grande contraddizione è però quella che riguarda il gas: acquistato dall’occidente da quello che è considerato il nemico, con ambedue le parti che hanno necessità di mantenere il ruolo di cliente e di fornitore, con fiumi di danaro che dall’occidente scivolano giornalmente verso Mosca, finanziando in pratica quella guerra che la Russia ci sta combattendo causando, da parte nostra, ulteriori spese belliche.

E intanto Putin dichiara di voler annientare il “nazismo” ucraino inseguendo quella che definisce “la soluzione finale” del problema, clonando l’espressione di qualcuno che del nazismo faceva la sua dottrina. E non è forse una contraddizione quella che da noi,e in molti paesi europei, sta caratterizzando la posizione politica dei diversi partiti? La Russia, nell’immagine collettiva il Paese simbolicamente più “comunista”, trova gli oppositori più ferrei nelle compagini di sinistra e quelli più tiepidi in alcune parti dell’altra sponda. Valla a capire questa cosa se non si vuole dar retta a qualcuno che suggerisce di “seguire l’odore dei soldi”!

Certo poi che su questo tema si scatena la fantasia dei più malevoli, che vedono, nella presenza privilegiata del maltrattato Salvini al recente simil- matrimonio del Cavaliere, la prova di una stretta vicinanza di interessi fra i due, notoriamente i più affezionati estimatori dello zar nel recente passato. Intanto quel “filo rosso” che distingue una guerra “locale” da una guerra mondiale, la cui rottura rappresenta giustamente la nostra paura e quella di tutto l’occidente, viene messa a dura prova da inutili performance, come gli insulti personali di Biden o l’assicurazione a Zelensky di una attualmente irrealizzabile adesione alla Comunità Europea. Tutte cose, inutili, atte solo ad attizzare le paure e le ansie di quell’indecifrabile “caratterino” di Putin!

Tante le contraddizioni che rendono impervio il percorso verso quella “pace diplomatica” indicata da tutti come l’unica via di uscita; mentre le bombe continuano a fare il loro sporco lavoro.

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