La Lega di Busto cambia tattica: «Prima la coalizione, poi il candidato sindaco»

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BUSTO ARSIZIO – «Prima la coalizione». La Lega di Busto detta la linea in vista delle amministrative e “congela” il balletto sul nome del candidato sindaco. A rivelare quello che sembrerebbe un cambio di tattica rispetto alla reiterata richiesta di un sindaco espressione del Carroccio, è Paola Reguzzoni, che in sezione è la responsabile del “comitato elettorale”. «Lavoriamo sui contenuti e quando ci sarà da decidere il candidato, valuteremo se c’è un profilo riconosciuto da tutto il tavolo come migliore». Il segretario provinciale Matteo Bianchi è più diplomatico: «Troveremo un punto di equilibrio a livello locale». Ma punge Forza Italia: «Non si possono mettere veti».

La nuova strategia

«Contrariamente ad altri presenti al tavolo, che hanno subito impostato il discorso sul nome del sindaco, noi invece abbiamo fatto un discorso di coalizione, perché sappiamo quanto sia importante il nome del sindaco ma sono fondamentali la coalizione e l’obiettivo – la posizione della Lega nelle parole di Paola Reguzzoni – un passo indietro e lavoriamo sui contenuti. Al momento di scegliere il nome, verranno soppesate le alternative rispetto alla “primogenitura” del sindaco uscente Antonelli, ma laddove ci fosse un profilo riconosciuto unanimemente da tutto il tavolo come migliore, potrebbe essere quella la scelta». L’importante, per Reguzzoni, è una «coesione non solo di facciata», perché «se non c’è comunione d’intenti, ci sarà un sindaco vuoto, ed è quello che non vogliamo».

La lunga corsa verso le urne

La conferenza stampa nella sede di corso Italia è convocata per annunciare la novità dei “gazebo virtuali”, con cui la Lega di Busto intende aprirsi sui social per avvicinare e ascoltare i cittadini, ma il vero tema caldo sono le elezioni amministrative di Varese, Busto e Gallarate. Che, fa sapere Matteo Bianchi, «verosimilmente saranno posticipate a fine settembre/inizio ottobre, con le provinciali che si terranno entro i successivi 60 giorni. L’obiettivo è vincere, mantenendo l’egemonia della leadership del centrodestra ma essere anche un valore aggiunto per il centrodestra stesso per continuare a governare anche a villa Recalcati». L’unità è un dogma: «Lo schema è quello giusto, ma per stare insieme bisogna essere in tre, o magari anche in quattro. È più complicato di un matrimonio ma ci siamo abituati».

Il candidato sindaco

E il candidato sindaco a Busto chi sarà? «Ci sarà un perimetro determinato dalla segreteria nazionale e provinciale, poi i percorsi che portano agli accordi vengono fatti a livello territoriale – spiega Bianchi – e qui le sensibilità dei segretari di partito e dei sindaci uscenti sono molto importanti per trovare un punto di equilibrio che porti ad una coalizione vincente». Un messaggio agli uscenti, che non possono sentirsi ricandidati a prescindere: «Mi aspetto che, oltre alla responsabilità dei partiti, anche i sindaci uscenti, e non solo a Busto, diano un segnale di apertura e di gradimento rispetto a coloro che hanno lavorato fino ad ora insieme».

«Anche Salvini ci metterà la testa»

Di certo, su Busto, «anche Salvini stesso ci metterà dentro la testa – rivela Bianchi – perché Busto Arsizio come Varese ha un’importanza strategica: la sesta città della Lombardia, prima della provincia dal punto di vista demografico, non è Morazzone, che pure è il comune più bello della Lombardia. L’equilibrio a livello locale si troverà, perché la Lega riesce sempre a lavorare in maniera univoca. A me preoccupa di più quel che succede in casa degli altri».

Il messaggio a Forza Italia

«Gli atteggiamenti di alcuni partner di coalizione nelle ultime due settimane sinceramente non mi sono piaciuti, tanto più dalla parte più moderata della coalizione – lo ammette senza troppi giri di parole Matteo Bianchi – non si può mettere un veto, o un candidato sindaco tra le tre città o decideremo se stare o non stare nella coalizione. Una condizione che mette in difficoltà tutta la coalizione e che rompe un approccio responsabile. I ragionamenti devono essere fatti partendo da un perimetro, che è il faro su cui costruire progetti. Tutti devono essere adeguatamente rappresentati, ed è compito del partito principale della coalizione farsene garante, ma è evidente che i posti sono quello che sono e qualcuno rimarrà scontento». E per il segretario del Carroccio non è un’ipotesi percorribile quella di correre separati al primo turno per riunirsi al ballottaggio: «La storia del centrodestra insegna che è un approccio che la cittadinanza non vede di buon occhio, perché vede una coalizione che sta litigando. Ma non ho motivo di non credere che si arriverà al punto di equilibrio».

Il caso Accam

Dove oggi un punto di equilibrio a Busto non c’è è sull’atto di indirizzo Accam. «Divergono le soluzioni, anche per manifesta incapacità dell’asset societario, ma l’unione d’intenti nell’obiettivo è la stessa – chiarisce Paola Reguzzoni – per noi non deve fallire, ma spegnendo l’inceneritore. Lavoriamo sulla parte comune e poi ci sarà libertà di voto nelle diverse sensibilità». Con il segretario della Lega di Busto Francesco Speroni che invita a scindere la situazione attuale e la discussione nel programma elettorale del centrodestra: «Se in consiglio saremo in minoranza non faremo le barricate. E se Accam non ci arriva al programma elettorale? Non è più un problema…». Il segretario provinciale della Lega sposta il tiro: «La politica deve lavorare affinchè la società non fallisca, ma a me preoccupa la posizione della nuova amministrazione di Legnano – sposta il tiro – da quanto ho capito frena rispetto alla maggioranza degli altri comuni e sta scompaginando il quadro che si era delineato».

I gazebo virtuali

«Una nuova modalità di dialogare con la gente» la definisce il segretario cittadino Francesco Speroni. Sui canali social, grazie al lavoro dei responsabili dell’iniziativa Vincenzo Marra e Domenico Donadio, la sezione aprirà le proprie riunioni del giovedì sera per incontrare i cittadini, con meeting virtuali e con gli amministratori in chat per rispondere alle domande. «Senza filtri e con la massima trasparenza, proprio come ai gazebo in via Milano – assicura Paola Reguzzoni – abbiamo bisogno di coinvolgere in modo attivo i cittadini, singoli e gruppi, per ricevere proposte, segnalazioni e suggerimenti vogliamo approfondire i temi al di là dei dibattiti spesso superficiali, anche con mini-sondaggi. Ma non sui candidati: vorremmo evitare di arrivare al punto che chi prende più like fa il sindaco, sarebbe squallido».

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