Le Sardine popolano anche la piazza di Varese: «Per fortuna Padania is not Italy»

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Foto tratta da FB-Varese Report

VARESE – Qualche centinaio di Sardine ha riempito oggi pomeriggio, sabato 25 gennaio, la piazza San Vittore di Varese, per la seconda adunata in provincia (dopo quella di Busto Arsizio di un mese e mezzo fa) del gruppo ispirato dalla mobilitazione nata a Bologna. E Silvano Monticelli, il 34enne di Samarate che è tra i promotori del gruppo delle Sardine Varesine, sfodera sul palco la maglietta “Padania is not Italy”, che è uno dei simboli della trasformazione del leader della Lega Matteo Salvini. «Ora possiamo dirlo: per fortuna, Padania is not Italy. Era lo slogan per offendere gli italiani quando i “terroni” erano il male assoluto. A noi invece piace pensare che l’Italia sia questa, quella di questa piazza – le parole di Rossella Iorio, segretaria del Pd di Samarate, una delle promotrici del gruppo in provincia di Varese, dal palco di piazza San Vittore – noi siamo i partigiani dei partigiani perché ne difendiamo la memoria. Quelli che hanno il coraggio di scendere in piazza disarmati e difendono ideali per cui molti hanno dato la vita, quelli che non puntano il dito ma tendono la mano. Rodari oggi avrebbe detto che anche le Sardine sono dei partigiani».

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Un’ora in piazza

Musica, colori, letture, la chitarra di Renato Franchi a dettare il tempo: lo stile è sempre quello sperimentato in piazza San Giovanni a Busto Arsizio, ma il flash mob nel capoluogo Varese, città simbolo della Lega, enfatizza il tema della sfida al populismo di Salvini alla vigilia del voto in Emilia Romagna, un momento simbolico per l’esperienza delle Sardine, nate proprio sull’onda dell’avanzata leghista nella storica “Regione rossa”. Iorio evoca i «nomi stranieri sui citofoni della mia prima casa, quella dei miei genitori una volta arrivati al nord. Proprio dove una volta c’erano i nomi dei meridionali, anzi dei “terroni”». E ancora: «Di contenuti ne abbiamo eccome: solidarietà, diversità, antifascismo, antirazzismo. Non esclusivi ma distintivi – ha spiegato la portavoce – di motivi per scendere in piazza ce n’è più di uno: la necessità di un linguaggio diverso, la capacità di confrontarci anche se abbiamo opinioni diverse, la speranza di un futuro fatto di meno odio e più solidarietà. Ci dicono che siamo vuoti di proposte? Ma vuoti non è l’aggettivo che ci si addice di più. Sono diverse le tematiche che portiamo qui in piazza, ma la brevità di un flash mob non ci permette di approfondirle tutte».

«Gesti concreti»

Per la manifestazione di piazza San Vittore le Sardine Varesine hanno invitato i partecipanti a compiere «gesti concreti»: gli abiti da donare alla Caritas, le sardine con i nomi di personaggi da ricordare, i semi di papavero. «Restare umani è una condizione necessaria, pensare con la nostra testa, informarsi, parole come responsabilità e rispetto – ha proseguito la Iorio – questa piazza è piena perché ciascuno di noi si è sempre sentito una sardina, ma adesso che abbiamo capito che soli non siamo, possiamo fare, non solo digitare. Abbiamo il dovere morale di fare qualcosa, perché partecipazione è libertà». In piazza, oltre a tante Sardine venute un po’ da tutta la provincia, anche alcuni gruppi organizzati, come la Cgil rappresentata dal segretario provinciale Umberto Colombo, l’Anpi, l’Arcigay, ma anche esponenti politici come il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti.

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