Legnano, no del pm alla messa in libertà di Cozzi e Fratus. Cozzi sentito per 6 ore

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LEGNANO – Nadia Calcaterra, pm di Busto Arsizio, ha dato parere negativo alle istanze di scarcerazione presentate dai legali del sindaco di Legnano Gianbattista Fratus e del vice Maurizio Cozzi entrambi dimissionari dopo l’arresto del 16 maggio per corruzione e turbativa d’asta. Fratus si trova ai domiciliari mentre Cozzi in carcere. Il Gip Piera Bossi prenderà la sua decisione sulle istanze entro il 24 maggio. E oggi, mercoledì 22 maggio, Cozzi è stato sentito per sei ore in procura a Busto Arsizio.

«Contatti con i vertici per metterli al corrente della crisi»

Convocato dal pm di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, titolare dell’inchiesta Piazza Pulita, da mezzogiorno alle sei di sera Cozzi avrebbe tentato di spiegare al magistrato «la bontà del suo operato» come ha dichiarato il suo avvocato Giacomo Cozzi .     «Il mio assistito ha sostenuto la correttezza delle sue operazioni, mentre il magistrato crede che i concorsi siano stati manovrati mettendoci persone di fiducia», ha continuato il legale «per futuri ritorni in qualche modo. Mi sembra un processo alle intenzioni». Rispetto al parere negativo del pm sull’istanza di scarcerazione presentata da Cozzi, l’avvocato ha dichiarato di confidare «nella decisione del Gip». Cozzi avrebbe spiegato al pm di Busto, le telefonate contenute nei brogliacci relativi alla fine di marzo, al vaglio della procura bustocca in queste ore, con i vertici di Lega e Forza Italia. Lo ha riferito all’Ansa il suo avvocato Giacomo Cozzi, al termine dell’interrogatorio del vicesindaco di questo pomeriggio. «Sono conversazioni per consultarsi su cosa fare, non per chiedere di fare pressioni. Il difensore civico è stato pigro nel rispondere» alla richiesta di surroga da parte dell’amministrazione comunale dopo le dimissioni in massa dei consiglieri. «Ci sono stati contatti con i vertici per metterli a conoscenza che ci fosse questo problema. Fratus aveva il dovere di investire i vertici, se Giorgetti gli avesse detto che dovevano dimettersi, lo avrebbero fatto», ha concluso l’avvocato Cozzi.

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