Legnano, Lega e Giunta litigano sui conti del Palio. «Ne valeva la pena», «per nulla»

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LEGNANO – Un “rosso” di circa 170.000 euro tra entrate e uscite per l’edizione 2021. Nella seduta di martedì 30 novembre (nella foto) il Consiglio comunale di Legnano ha fatto i conti in tasca al Palio, grazie alle 10 interrogazioni presentate dalla Lega sul Comitato 1176 e la nascente Fondazione Palio. L’assessore alla partita, Guido Bragato, ha parlato di 250.000 euro di uscite (più 7.300 di spese assunte dal Comitato 1176) a fronte di quasi 80.000 euro di entrate; in passato lo sbilancio non superava i 20.000 euro.

Dei costi, la gran parte (234.000 euro) hanno riguardato prestazioni di servizi quali, fra gli altri, la commissione veterinaria, la security per il controllo degli accessi, le pulizie, fotofinish, la sabbia della pista, i tecnici antidoping, la commissione veterinaria ministeriale, mossiere, speaker, starter e musici. «Nel 2019 – ha ricordato Bragato – i conti erano in equilibrio a 465.000 euro. Fermare tutto sarebbe stato molto difficile per le Contrade nell’ottica di ripartire dopo la sosta forzata del 2020. La sera della vigilia, vistando le cene nei manieri, io e il sindaco abbiamo constatato che tutta la vitalità legata al Palio, pure con le limitazioni anti Covid, era stata rimessa in moto».

Laffusa: «Che errore liquidare il Comitato 1176»

Per la Giunta Radice, insomma, è valsa la pena, dopo lo stop dell’anno scorso, celebrare la manifestazione seppure in forma ridotta e con un consistente sbilancio di uscite rispetto alle entrate. Di diverso avviso la consigliere della Lega Daniela Laffusa, che ha tenuto a precisare come «la nostra non è una polemica contro il Palio, ma contro la resa della manifestazione di quest’anno. Durante la gestione commissariale – ha ricordato Laffusa – pur senza la manifestazione abbiamo insistito perché fossero confermati i contributi alle Contrade in un periodo così difficile come quello pandemico del 2020. E il centrodestra è quello che ha portato il Palio a New York.

«Semmai non mi trovo con i conti dell’assessore. A me risultano spesi negli anni passati 363.000 euro e non 465.000; tolte le entrate degli sponsor e dei biglietti, erano 221.000. È stato un grandissimo errore – ha proseguito la consigliere leghista – non servirsi del Comitato 1176, perché così non è stato possibile usufruire del contributo della Regione. Si sono presi 6.000 euro e persi 20.000 per celebrare il centenario di Musazzi; inoltre così il Comune non ha potuto scaricare l’Iva, diventata un ulteriore costo per il Palio.

«Edizione 2021 troppo sottotono»

«Tutto questo per non fare neanche un terzo dell’evento, a cominciare dalla rievocazione storica. Noi della Lega vogliamo investire sulla cultura e salvaguardare le tradizioni, mentre l’edizione di quest’anno non ha fatto nulla di ciò. Non c’è stato il corteo lungo le strade cittadine, che è il vero momento culturale della manifestazione; non c’è stata la festa al castello, come i manieri aperti: è stata una giornata del Palio e non una stagione come gli altri anni. Era meglio tenere i soldi da parte come tesoretto per un vero Palio della rinascita – speriamo – nel 2022».

L’ultima frecciata di Laffusa è stata all’ex Gran Maestro: «Ha sbeffeggiato il mio movimento politico per le critiche mosse e ha premuto sull’acceleratore per fare il Palio a tutti costi per non essere l’unico Gran Maestro dal 1935 a non averlo celebrato».

Rinviato il voto sulla Fondazione

Dopo una discussione di quasi due ore, è stato rinviato a martedì 7 dicembre il voto sulla costituzione della Fondazione Palio di Legnano Ets, come richiesto dalle opposizioni, in particolare Lega e lista Toia Sindaco, che hanno lamentato di aver ricevuto solo poche ore prima del Consiglio il parere dei revisori dei conti del Comune.

Sulla Fondazione, il consigliere civico Franco Brumana ha parlato di «epilogo deludente, forse anche un’occasione per creare nuove poltrone. Il comune ha abdicato al Palio – ha ribadito Brumana – non avrà alcuna titolarità su di esso e questo non apparterrà più alla città perché la Fondazione è totalmente indipendente dagli enti pubblici, quando il codice del Terzo Settore prevede il controllo sull’uso dei fondi pubblici. Il Palio non avrà più niente a che vedere con il Consiglio comunale, lo farà un ente privato al di fuori di ogni controllo e, per assurdo, potrà essere celebrato anche in un’altra città. Le riunioni preparatorie sono state superficiali e approssimative e si è dato un brutto segnale di insensibilità istituzionale e carenze culturali». Il consigliere del Movimento dei Cittadini ha anche accusato la maggioranza di «arroganza».

La consigliere del Pd Sara Borgio ha ribattuto che «il parere dei revisori ha la sua autorevolezza e va accettato. Lo statuto della Fondazione è stato modificato per non contrastare con il regolamento del Palio, semmai la Fondazione è un nuovo inizio. E il Comune non perde il controllo, perché avrà il potere di nomina e suoi rappresentanti nella Fondazione». L’assessore Bragato ha accettato di rimandare il voto in Consiglio, ricordando «i 20 voti favorevoli su 21 espressi in commissione sullo statuto della Fondazione» e sottolineato che «il regolamento generale del Palio rimarrà in vigore. Da parte nostra non c’è nessuna volontà di ignorare il Consiglio comunale, sono state fatte 3 commissioni e recepite le proposte di modifica allo statuto. I controlli non mancheranno. Discutere va benissimo, ma non intendo rimettere tutto in discussione da zero dopo 5 anni che si lavora su questa Fondazione».

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