Lettera aperta a Patrick Zaky

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Patrick Zaki

Caro Patrick,
i giorni dell’euforia stanno sicuramente lasciando spazio alla concretezza della  tua nuova realtà quotidiana, per la quale ti faccio tanti auguri. Al momento ti devo considerare, con stima, uno dei più credibili “difensori dei diritti civili” sulla “piazza” perché, a differenza dei tanti parolai da talk-show, ti sei trovato, volente o nolente, a pagare per le tue idee un prezzo molto alto. Oggi questa considerazione nei tuoi confronti è sicuramente diffusa ma tu, seppur giovanissimo, sicuramente sai quanto sia labile la condizione umana e quanto basti poco…

Nelle tue dichiarazioni “a caldo” hai affermato di voler continuare a difendere i diritti civili in maniera indipendente, senza cioè aver alcuna bandiera politica ad accompagnarti e questo è quello che mi auguro tu riesca veramente a fare, avvertendoti che lungo la strada ti troverai molti serpenti pronti a porgerti la mela. Sarebbe inoltre una scelta corretta anche verso il nostro Paese, che  ti ha difeso negli anni con tutti i  Governi che si sono succeduti, pur di differenti colorazioni,  e con un unico partito che, pur in rare occasione, ha fatto un po’ il malmostoso. Ma sono scherzi del caso: si trattava proprio del partito della premier Meloni, alla quale va indubitabilmente riconosciuto tutto il merito di aver saputo, con pragmatismo, tirare il colpo finale risolutivo.

Che nella vicenda ci sia stato qualche chiacchierato “do ut des” non importa; altrimenti  politica e diplomazia che ci starebbero a fare? A questo proposito ho apprezzato il senso della misura sia nei tuoi ringraziamenti verso il governo italiano sia nel legittimo compiacimento del nostro Premier per il risultato raggiunto. C’era in campo un altro stato sovrano come l’Egitto e troppe smancerie e auto celebrazioni avrebbero potuto risultare, oltre che inutili, anche “fastidiose” per qualcuno.

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Gian Franco Bottini

In questa ottica penso di essere stato fra i pochi che hanno apprezzato la tua scelta nel rifiutare l’utilizzo di un aereo di stato italiano e l’organizzazione di incontri formali romani; ricordando a tutti che, al là di tutto, tu continui ad essere un cittadino egiziano e che in quel Paese continua a vivere la tua famiglia. L’intelligenza politica della nostra Premier pensiamo sia stata messa in campo (come spesso Lei è costretta a fare!) con chi dei suoi adepti avrebbe voluto tramutare un delicatissimo successo diplomatico in una piazzata con bandiere e fanfare.

Questa, caro Patrick, è stata la mia interpretazione dei tuoi comportamenti, con la speranza, per essere chiari, di non essermi sbagliato trattandosi invece del tuo adeguamento ad un ordine di “scuderia” . Da chi potesse provenire e perché,  mi sembra inutile spiegartelo. Quest’ultima ipotesi farebbe crollare, per quanto mi riguarda,  tutta la tua credibilità come futura icona” indipendente” nella difesa dei diritti umani.

Tu sei chiaramente un uomo con idee di sinistra, ma questa legittima posizione di per sè non basta a  mettere in dubbio la sincerità dell’ “indipendenza” che tu professi; devo però confessarti che in proposito non sono pochi coloro che ti ipotizzano, nel futuro, impegnato in un ambito di partito. L’intempestiva ed immotivata richiesta, da parte di alcuni, della concessione della cittadinanza italiana,   avallerebbe questa ipotesi. Una ipotesi che si consoliderebbe sempre di più se assumesse maggiore insistenza all’avvicinarsi di qualche consultazione elettorale e magari anche con il supporto di  qualche ben identificata segreteria di partito.

Comprendo che i vantaggi , anche economici, che ti si potrebbero prospettare sono altrettanto alettanti della famosa adamitica “mela” alla quale abbiamo prima accennato; sarebbe però una scelta che da icona per la difesa dei “diritti civili” ti farebbe scadere al ruolo della solita “macchina da voti”, da portarsi in giro a mo’ di “madonna pellegrina”,  buona per una specifica circostanza ma destinata ad una altrettanto rapida obsolescenza . Sono storie già vissute nell’ambito di tutte le colorazioni politiche e che sono l’immagine dello scadimento qualitativo del personale politico, utile per far “i numeri “ ma privo della forza delle idee.

E questo a te, presumo, non dovrebbe proprio andar bene! I diritti che tu prometti di voler difendere si chiamano “civili” non per caso; è il richiamo a quel concetto “civico”che mi è caro, per il quale  deve prevalere l’interesse di tutti i cittadini, da difendersi anche di fronte alle legittime pressioni della politica. Pressioni che possono talvolta sfociare in distorsioni, se celebrate sull’altare dei pur comprensibili scontri fra partiti.

Caro Patrick,  ricordati che tutto il nostro Paese, senza distinzione di parte, ti ha difeso e tutto il Paese merita che tu non lo deluda.

Cordialmente
Gian Franco Bottini

bottini patrick zaki – MALPENSA24