L’impatto della nuova Mizar fa paura a Gallarate: «Qualcuno ci lascerà le penne»

GALLARATE – Effetto-Mizar anche su Gallarate, a lanciare l’allarme è Dario Terreni, già presidente della commissione attività produttive dei Due Galli ai tempi dell’amministrazione Guenzani: «Solo le nuove medie strutture previste a Busto “pesano” quanto un quarto delle attuali superfici esistenti in tutta la città di Gallarate – fa notare Terreni – se i metri quadrati di superfici commerciali sono quelli dichiarati, quali effetti provocherà sul tessuto del commercio gallaratese? Non solo sull’area commerciale di via Milano appena oltre il confine, ma in tutta la città». L’appello è rivolto in primis agli amministratori di Gallarate: «Occorre dare un segnale di consapevolezza e di presa di coscienza rispetto alla situazione che si sta proponendo, per non sottovalutarla».

Poco oltre il confine

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Se il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo, è pacifico che l’apertura di un polo del commercio e dell’intrattenimento in cui troveranno posto quattro medie strutture di vendita, un cinema multisala, due punti di ristorazione e altri laboratori e poliambulatori sul Sempione a Beata Giuliana, poco oltre il confine tra Busto Arsizio e Gallarate, avrà effetti a due chilometri di distanza. Anche perché la nuova Mizar si trova sulla stessa direttrice del polo commerciale di via Milano a Gallarate. È quello su cui invita a ragionare Dario Terreni, esponente di +Gallarate da tempo impegnato nelle riflessioni sul futuro del commercio nella sua città. Vista da Busto, sembra quasi paradossale, dopo che per 25 anni la città ha teorizzato e praticato il no alla grande distribuzione, per tutelare i negozi di vicinato, finendo per essere “accerchiata” dai centri commerciali.

La situazione di Gallarate

Partendo dai dati, che mostrano come già oggi nella città dei Due Galli il commercio di vicinato e la media/grande distribuzione si spartiscono esattamente a metà la “torta” delle superfici di vendita presenti sul territorio comunale: «Il commercio “cuba” in totale poco più di 160mila metri quadrati, di cui 80mila sono negozi di vicinato, poi ci sono 42.810 metri quadrati di media distribuzione e 39.146 di grande distribuzione – sottolinea Dario Terreni – a fronte di questi dati è difficile prevedere le conseguenze della pandemia, che si manifesteranno nel 2021 con tutti gli effetti sull’occupazione, con l’aumento di offerta del commercio da un lato e il fenomeno delle vendite online che modificano completamente la competizione del commercio tradizionale». Da quel che si sa alla Mizar, stando al piano attuativo approvato dal Comune di Busto, è previsto l’arrivo di 9200 metri quadrati di media distribuzione, 1150 metri quadrati di ristorazione, 3750 metri quadrati paracommerciali del cinema multisala e 3400 mq di artigianato di servizio, oltre a 338 mq di commercio di vicinato.

Il rischio Mizar

Un impatto che potrebbe essere molto forte anche oltre il confine tra i due Comuni. «Soluzioni? Non ce ne sono, è un fenomeno più grande di Gallarate – ammette Dario Terreni – ma la domanda di fondo rimane: quali conseguenze comporterà questo consistente aumento di offerta tra i competitor? Se aumenta l’offerta come si può andare avanti di questo passo? È evidente che qualcuno ci lascerà le penne. Perché Gallarate non è un’isola, ma fa riferimento ad un bacino da 150mila abitanti». Il monito dell’ex presidente della commissione attività produttivo è un invito a «non fare errori di sottovalutazione» e ad «inquadrare i problemi in maniera realistica, ragionando in termini più ampi». Perché solo partendo da qui «si può capire che cosa eventualmente si può fare» per accompagnare questa fase.

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