Lizzi (ex RSU): «Vero, il fallimento Pensotti si poteva evitare. Adesso è in svendita»

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LEGNANO – «Sono pienamente d’accordo sullo sfogo dell’ex dirigente della Pensotti FCL: il fallimento, se si voleva, si poteva evitare». Franco Lizzi, ex lavoratore e ormai anche ex RSU Pensotti Fabbrica Caldaie Legnano, sottoscrive l’amaro sfogo espresso da un ex dirigente dell’azienda e raccolto da Malpensa24 lunedì scorso, 9 marzo. E rivela: «Nel 2016 in azienda si parlava, per andare avanti, di uscire dal Gruppo SICES, ma qualcuno dall’alto non lo ha voluto fare e così dopo pochi anni la Pensotti FCL è fallita e sono fallite anche tutte le società del gruppo in Italia. Come mai? Che cosa c’è dietro?». Le domande di Lizzi, condivise da molti ex lavoratori ed, evidentemente, anche ex dirigenti dell’azienda rimangono al momento senza risposta.

«Marchio e macchinari dati via per un milione di euro»

Suscitano perplessità anche le procedure seguite fin qui per recuperare liquidità attraverso la vendita fallimentare di quanto rimasto della storica fabbrica di caldaie legnanese. «La vendita dei macchinari e del marchio – sbotta Lizzi – per euro 1.050.000 (1 milione e 50 mila) è proprio una svendita, ma soprattutto l’acquisto proprio di chi si era proposto prima per rilevare solo una parte dei lavoratori deve far riflettere e pensare. Spero che il curatore fallimentare e il giudice delegato vadano fino in fondo per verificare questa situazione che ha portato un’azienda sana, con lavoro, al fallimento in breve tempo con un buco di bilancio di 55,8 milioni di euro. Spero proprio che si vada ad indagare sui bilanci degli ultimi anni – ribadisce l’ex rappresentante sindacale – per la dignità dei lavoratori e dei fornitori: i primi perché in molti hanno dovuto cercare una nuova occupazione, ma soprattutto c’è chi è ancora in mezzo alla strada dopo aver perso, oltretutto, per 19 mesi parte dello stipendio essendo in CIGS; i secondi perché hanno lavorato senza essere pagati rischiando a loro volta di fallire e perché sono quelli più esposti nel fallimento. Personalmente – conclude Franco Lizzi con una provocazione – chiederei di andare a prendere dai conti correnti personali dei tre ex soci di SICES i soldi per sanare il fallimento».

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