L’onda di Giorgia: Marina ultima spiaggia

lodi meloni marina
Marina Berlusconi

di Massimo Lodi

Politicamente, il caso Giambruno è solo all’inizio. Ottenuto il primo risultato, liquidare in pubblico l’ex compagno con risolutezza dovuta allo standing di presidente del Consiglio, la Meloni punta al secondo. Senza dirlo, però lasciandolo dire dai fedelissimi (Lollobrigida e Donzelli: per Mediaset nessun riguardo) e lasciandolo capire da alcune mosse. Il secondo risultato è depotenziare Forza Italia, pur già depotenziatasi di suo. Non si capirebbe altrimenti la bocciatura di Giuliano Amato alla guida del comitato sull’intelligenza artificiale, scelta by Alberto Barachini, sottosegretario all’editoria con passato berlusconiano.

A 5 (cinque) giorni dalla nomina, la premier fa sapere che ne era all’oscuro. Mentre dall’altro campo informano che non lo era il sottosegretario di Chigi, Alfredo Mantovano: da lui nessuna obiezione. Dunque, una rivalsa a freddo? Non esiste la prova, circola il sospetto. Il vicepremier Antonio Tajani, leader degli Azzurri, conosceva il risentimento meloniano verso Cologno Monzese, invano dissipato dal rammarico di Pier Silvio Berlusconi (ignoravo i fuorionda di Striscia). Un malumore forse/probabilmente leggibile anche nel blocco del decreto di Gilberto Pichetto Fratin, ministro forzitalista all’Ambiente, sulla proroga del mercato elettrico tutelato per le famiglie. Il siluro gliel’ha tirato Raffaele Fitto, collega agli Affari europei, un giorgiano di ferro.

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Massimo Lodi

Sembra iniziata nel centrodestra la drôle de guerre, una guerra immaginata strana -assai strana- sino a qualche tempo fa, oggi non più. Potrebbe addirittura proseguire con la svolta eclatante, secondo voci al riparo di qualsiasi fuorionda. Ovvero la candidatura di Marina Berlusconi alle prossime Europee. Lei ha sempre negato disponibilità all’impegno rappresentativo, e idem il fratello -dopo qualche aperturismo- all’ipotesi d’una personale scesa in campo. Ma le situazioni cambiano, le esigenze altrettanto, e dunque l’agire delle persone. Cambiano quando occorre una mossa cautelativa.

Potrebbe essere il caso del dopo Giambruno, se da Fratelli d’Italia si alzasse un fuoco sempre meno amico verso Forza Italia. Per difendersene, Marina pare a molti l’ultima spiaggia: il trincerone più sicuro. Non allo scopo -conquistato un eventuale seggio a Strasburgo- di procedere nel cammino sia istituzionale (incarichi operativi) sia di partito (sostituzione di Tajani al vertice); ma con l’obiettivo di giocarsi il marchio Berlusconi, garanzia d’una messe di voti, a salvaguardia degl’interessi aziendali, qualora non tutelati dai sodali politici. Gli eredi del Cavaliere sanno come non farsi tirare il pacco: usare a mo’ di scudo il consenso popolare.

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