L’uomo, l’artista, la sua città: presentato a Legnano “Felice di essere Musazzi”

legnano musazzi libro centenario

LEGNANO – Un talento evidentemente innato, legato a una personalità dal magnetismo capace di catalizzare l’attenzione di tutti, dagli spettatori in platea fino all’ultimo elettricista dietro le quinte. Tale era Felice Musazzi, tra i fondatori dei Legnanesi e anima maschera spirito della Teresa. Un autore e interprete che con il suo personaggio ha reso nota e fatto grande Legnano in tutta Italia, com’è stato ricordato lunedì 10 maggio alla presentazione del libro “Felice di essere Musazzi. Un uomo e la sua storia” al teatro Città di Legnano Talisio Tirinnanzi (nelle foto).

Quintessenza della legnanesità
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Guidati da Max Pisu ne hanno parlato Gianfranco Bononi, Salvatore Forte, Enrico Barlocco, Roberto Scazzosi, Guido Bragato, Lorenzo Radice, Antonella Clerici e gli autori. Una serata programmata da tempo e che segna la sospirata rinascita (definitiva?) della vita sociale e culturale nella città del Carroccio, nel segno di un passato da oggi un po’ più indelebile e, paradossalmente, meno lontano.

Musazzi non è più fra noi da 32 anni ma vi resta, presente e inamovibile, con la sua maschera e il suo teatro, i personaggi e le battute. Una storia singolare di vita e di arte, puntualmente riassunta nel libro e che è lo specchio di quel piccolo mondo che era il cortile, chiuso tra mura e ballatoi, animato da lazzi mordaci e slanci solidali, promiscuo crogiolo di situazioni localissime eppure universali, com’è nelle corde dei classici saper cogliere e raccontare.

Con Musazzi e il libro a lui dedicato, Legnano celebra la quintessenza della legnanesità. Il suo teatro è la somma sintesi della storia, delle tradizioni, della cultura popolare e della società cittadina che tra il dopoguerra e l’industrializzazione da contadina si è fatta urbana, passando da uffici e officine delle sue fabbriche. Il tutto riletto con la comicità di un genere tutto particolare, un gender pop ma mai trash, cui la lingua locale ha conferito un valore aggiunto.

Quasi una ultima recita

Quello che forse non ci si è mai soffermati a descrivere, hanno sottolineato gli autori di “Felice di essere Musazzi” e i componenti del comitato per il suo centenario, è la storia di Felice Musazzi in quanto tale. Quella che per certi versi è la sua ultima “recita” ne offre un ritratto intimo e vero, ricostruendo la vita di un uomo semplice e anonimo che seppe diventare un personaggio unico e autentico. L’anniversario dei 100 anni della nascita del capostipite dei Legnanesi è stata l’occasione per aprire cassetti e armadi chiusi a chiave dal giorno della sua scomparsa e per frugare nell’archivio personale dell’attore e regista, tra foto di scena e i copioni degli spettacoli dattiloscritti, ma anche testimonianze autografe per lo più inedite e tanti ricordi dimenticati persino da chi meglio lo conosceva.

Sullo sfondo, sempre Legnano: la città che Musazzi, parabiaghese di nascita, ha amato, inserito in ogni suo lavoro teatrale, dando tutto se stesso, ricambiato da platee puntualmente esaurite in vita e, oggi, dall’ammirazione e dall’affetto di un’intera comunità. La sua.

La presentazione in diretta della biografia primo evento per i 100 anni di Musazzi

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