Malnate, assolto Domenichini. Per una vecchia truffa al cartolaio di Varese

VARESE – Era accusato di aver truffato un cartolaio di Varese, pagando i libri di scuola per il figlio con un assegno sottratto precedentemente ad un edicolante di Induno Olona. Ma Sergio Domenichini, l’uomo a processo per l’omicidio della pensionata di Malnate Carmela Fabozzi, è stato assolto in tribunale a Varese per questa ulteriore vicenda giudiziaria – risalente al 2017 – in cui era coinvolto.

L’udienza finale

Ieri, lunedì 8 gennaio, davanti al giudice il proprietario di quella cartoleria dove si erano in parte consumati i fatti ha scelto di ritirare la querela sporta, dicendo di non essere più interessato agli sviluppi del processo. Un passaggio tecnico importante che ha fatto cadere l’accusa di truffa, mentre quella di ricettazione è stata convertita in furto, ma per l’assenza di querela è a sua volta venuta meno. Risultato, l’assoluzione per il 67enne in carcere dall’agosto 2022 per l’omicidio Fabozzi.

Il malore in edicola

L’assegno usato per comprare i libri scolastici, per una spesa di poco superiore ai 300 euro, proveniva – stando alle indagini – da uno dei due blocchetti spariti dall’edicola di Induno, che all’epoca dei fatti l’imputato frequentava in previsione di acquistarla. Per questo in quel periodo Domenichini stava affiancando il titolare dell’attività, che un giorno accusò un malore e fu trasportato in ospedale. Domenichini restò invece da solo all’interno dell’esercizio, e alcune ore dopo l’edicolante si accorse della sparizione degli assegni. Poi Domenichini gli disse che non era più interessato all’affare dell’edicola, e infatti non si fece più vivo.

La Corte d’assise

L’imputato, assente in aula per il processo che si è chiuso nel primo pomeriggio di oggi, tornerà a fine mese in tribunale, davanti alla Corte d’assise, per un’udienza importante del processo per il delitto di Malnate. In udienza verrà ascoltato un testimone della difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Cerri, che ha inoltre chiesto e ottenuto di visionare il pesante vaso di vetro che per la Procura è l’arma del delitto. Lo scopo? Accertare alcune presunte incongruenze tra quanto riportato nella relazione sul vaso, a cura dei Ris di Parma, e quanto dichiarato a dibattimento dall’autore della relazione.

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