Malpensa, Zocchi (Uilt): «Crisi senza precedenti, ma i sindacati non mollano»

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MALPENSA – Una riduzione dei passeggeri che supera il 70%, lavoratori in cassa integrazione e un settore completamente bloccato. E’ questa la situazione dell’aeroporto di Malpensa descritta dal segretario regionale di Uilt (Unione Italiana dei Lavoratori dei Trasporti), Liviano Zocchi a oltre un anno dallo scoppio della pandemia. E se la campagna vaccinale sembra lentamente decollare, allo scalo della brughiera non si vedrà una ripresa prima del 2024. «Ma noi sindacati non ci arrendiamo e abbiamo chiesto un tavolo permanente al Ministero del Lavoro», annuncia Zocchi in un lancio dell’agenzia di stampa Dire di Milano.

Il Covid ha cambiato tutto

«La ripresa per il turismo aereo, e il ritorno ai livelli pre-pandemia, è prevista non prima del 2024», così Zocchi commenta la drammatica situazione aeroportuale in Lombardia, dove sono al lavoro 1 operatore ogni mille passeggeri. Ci aspetta una modifica sostanziale della tipologia di traffico. Se prima, specie negli aeroporti lombardi, i viaggi erano anche e soprattutto di lavoro, ora si andrà verso una prevalenza di voli turistici. Con l’emergenza sanitaria sono cambiate molte abitudini, per esempio l’utilizzo di mezzi telematici per le videoconferenze o le riunioni finiranno inevitabilmente per influire sugli spostamenti, abbassando le capacità di introito.

Un mondo di lavoratori a rischio

Liviano Zocchi, della segreteria regionale lombarda della Uil con delega al trasporto aereo, illustra tutte le criticità di un comparto che aspetta, e spera, che la ripresa tanto agognata porti finalmente una boccata d’ossigeno. Non solo per iniziare ad accogliere di nuovo i turisti nella Regione, ma anche per tutti i lavoratori coinvolti.

All’interno degli aeroporti il personale si divide tra quello di volo e quello di terra. Nel primo caso, qualsiasi operatore ha risentito molto degli impatti della pandemia, con mancati introiti per le tariffe di approdo o partenza, e i servizi aeroportuali quasi azzerati.

Voli annullati e cassa integrazione

Guardando per esempio al Gruppo Sea, che in Lombardia gestisce gli scali di Milano Linate e Milano Malpensa si può notare come la società abbia visto drasticamente ridursi le proprie attività, con una diminuzione del traffico passeggeri del 73% da marzo a dicembre 2020 rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.

Secondo le stime più fresche in mano ai sindacati, il trend regionale sarebbe addirittura in peggioramento in questo inizio di 2021, con un -85% a gennaio/ febbraio, rispetto a 12 mesi fa. Una situazione che aveva costretto Sea a intervenire fin da subito, attivando la cassa integrazione per crisi aziendale dovuta a evento improvviso per i 2.617 lavoratori coinvolti (1.060 a Linate, 1.557 a Malpensa) nel periodo che andava dal 16 marzo 2020 al 15 marzo 2021.

Una volta scaduta la Cig, il gestore aeroportuale ha dovuto di nuovo trattare con i sindacati, e derogarla per altre 12 settimane, fino al 6 giugno prossimo. Il ricorso agli ammortizzatori sociali potrà ora prevedere entità e articolazioni differenziate per scalo e figura professionale.

La crisi dell’handling

Anche il personale di terra però, che svolge mansioni di handling legate alle attività di preparazione dei pasti, all’assistenza agli aeromobili, ai check-in, allo scarico o carico merci e bagagli o ai bus interpista, non se la passa tanto meglio. Infatti, il gestore, la Airport Handling S.p.A., aveva già fatto ricorso alla cassa integrazione di 12 mesi per i lavoratori e con un altro accordo siglato ad hoc per gli operatori di terra tra l’azienda e i sindacati, è stato deciso che i dipendenti potranno essere contemporaneamente sospesi dal lavoro per un massimo di 1.387 persone in forza a Malpensa e 349 a Linate.

«Il servizio offerto alle compagnie – commenta Zocchi – è ridotto al minimo. Gli unici voli sono quelli umanitari, che non hanno una grande portata economica. Per non parlare dei catering: se non ci sono voli, non ci sono nemmeno pasti da preparare». C’è tutto un mondo di persone dietro a un singolo viaggio in aereo, dai piloti fino alle hostess, passando per la vigilanza, gli autisti dei bus interpista o chi si occupa delle lavanderie, per la pulizia di coperte e cuscini.

I sindacati non mollano

«Attualmente – continua l’esponente di Uilt – il rapporto è di mille persone a lavoro ogni milione di passeggeri. Il conto è presto fatto e si commenta da solo». I numeri sul flusso turistico, secondo le stime di Assaeroporti, sono impietose: nel terzo trimestre del 2020, e quindi nel pieno dell’estate con i mesi di luglio, agosto e settembre, negli scali italiani sono transitati complessivamente 18 milioni circa di passeggeri, quasi il 70% in meno rispetto al 2019.

E con l’arrivo del 2021, nonostante l’avanzamento della campagna vaccinale, le cose non sono cambiate. In effetti lo scalo di Malpensa ha visto muoversi -68,5% dei viaggiatori, fatica anche Linate con un -70%.  I sindacati però non mollano, e sperano che la situazione del comparto aereo venga affrontata costantemente nelle giuste sedi. In tal senso è stata richiesta al ministero del Lavoro la costituzione di un tavolo permanente che affronti una crisi del settore senza precedenti.

Malpensa, ma quale boom. E’ crisi nera

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