Morto l’anziano risultato positivo al Covid-19 e rimandato in RSA a Legnano

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LEGNANO – È morto la scorsa notte l’anziano certificato “positivo” all’ospedale di Legnano lo scorso 10 marzo e ri-inviato alla RSA Sant’Erasmo. «Abbiamo fatto del nostro meglio per salvarlo – osserva nel dare la notizia la direzione della casa di riposo, che parla di “cronaca di una morte annunciata” – abbiamo anche fatto il possibile per isolarlo dagli altri ospiti della struttura (nella foto, alcuni di loro) al fine di evitare il diffondersi dei contagi. Stanotte però se ne è andata anche un’altra anziana. Da due settimane aveva sbalzi notevoli di temperatura e anche lei è deceduta nella notte. Era positiva? Da quanto lo era? Sono domande a cui non potremo più dare risposta».

Deceduta anche un’altra ospite di Sant’Erasmo

«Di certo – prosegue la direzione della RSA – sappiamo che con questo secondo decesso salgono a 6 i morti “a rischio coronavirus” dal 20 febbraio ad oggi. Ma sulle statistiche ufficiali solo 1 di loro (il nostro ospite deceduto questa notte) sarà incluso fra i contagiati. La stessa cosa accadrà nei resoconti dei decessi giornalieri. E questa la dice lunga sui “numeri” che stanno girando». La polemica sui numeri ufficiali si allarga poi all’intera città. «Si dice che a Legnano i contagiati a ieri erano 70, ma si dovrebbe aggiungere che stiamo parlando solo di quelli con tampone eseguito. E quelli senza tampone? Quanti sono per davvero, oggi, i contagiati alla RSA Sant’Erasmo? E quanti sono i contagiati nelle altre RSA? Quanti sono i decessi di pazienti positivi da noi e altrove? E quante persone stanno morendo nelle proprie abitazioni senza nemmeno più passare dal Pronto Soccorso? Senza nemmeno sapere se sono o no malati di coronavirus».

Tante domande in attesa di risposta

«Ieri – conclude la RSA di corso Sempione – Regione Lombardia ha approvato una nuova ordinanza. Sembra sia stato finalmente compreso che occorre controllare quotidianamente i “soldati” che stanno combattendo in prima linea questa battaglia: medici, infermieri, OSS/ASA. Ma ancora una volta la Regione parla solo degli ospedalieri. Quando capiranno che le RSA fanno parte a pieno titolo delle strutture da controllare? Siamo in prima linea nel fronteggiare gli attacchi del virus sulle categorie più esposte: gli anziani. Chiediamo, esigiamo, pretendiamo di essere tutelati come e quanto i sanitari. E questo riguarda sia i tamponi sia la fornitura dei dispositivi di protezione. È tanto difficile capirlo?».

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