SESTO CALENDE – Prosegue l’esplorazione, da parte del progetto Nestore, delle opportunità offerte dalla musica elettronica: il percorso intrapreso da Ernesto “Erno” Crespi come solista, inaugurato dalla canzone “A porte chiuse”, si arricchisce di un nuovo singolo. Si tratta di “Campari e pagherò” che, come annunciato dal cantautore di Sesto Calende, verrà pubblicato venerdì 24 aprile.
Un clima più favorevole
«I singoli avrebbero dovuto introdurre un ep, ma il piano è cambiato a causa dell’emergenza coronavirus», ha spiegato Erno che, attraverso Nestore, prosegue la produzione autografa avviata con gli Avanzi di Balera. «Abbiamo deciso di diffondere un brano alla volta; in questa prospettiva si potrà magari pensare a un lavoro di più ampio respiro per il prossimo inverno. In ogni caso, dato il taglio estivo della canzone che sta per uscire, il clima è sicuramente più favorevole».
Funky e electro reggae
Dopo “A porte chiuse” l’artista sestese ha collaborato con Andrea Trabona, contribuendo con voce e testi ai singoli “Non dico niente” e “Post Natale”. Quanto invece alla genesi della sua ultima fatica, ha dichiarato: «“Campari e pagherò” è nata funky e il mio produttore Walter Babbini l’ha poi tradotta in chiave electro reggae. Pur avendo un testo abbastanza triste è caratterizzata da una melodia allegra: l’intento è stato infatti quello di ricercare, all’interno del suo genere musicale, una maggiore originalità».
Lo stato attuale dell’indie
L’obiettivo è discostarsi dallo stile dell’indie attuale, che «è un po’ diventato il nuovo pop. Vedo una grande uniformità tra le sue canzoni: tutti si lamentano in continuazione, dicendo sempre le stesse cose e spesso usando anche metafore senza senso». Come ha sottolineato Erno, che con la band è già al lavoro su altri due pezzi, «io sono invece un rockettaro, e mi piace ascoltare musica di tutti i tipi. Ho usato i sintetizzatori per trasformare il mio brano, in modo che non fosse classificabile in nessuno dei generi ora di moda; anche perché hanno tutti la loro stagione ma, prima o poi, è destinata a finire».