Olgiate, il segretario della Lega minaccia un giornalista: “Ti spacco la faccia”

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di Vincenzo Coronetti

Diceva Luigi Barzini jr. che fare il giornalista è sempre meglio che lavorare. Sarà anche vero, ma ci sono momenti e situazioni che smentiscono le presunte amenità della professione di gazzettiere, soprattutto di questi tempi. Ne sa qualcosa Andrea Della Bella, giornalista di Malpensa24 che, per fare il suo mestiere, possibilmente in modo serio e affidabile, si è sentito minacciare verbalmente da Gianni Reginato, segretario della Lega di Olgiate Olona. “Sei un bastardo, ti spacco la faccia”. Gentilezze pronunciate dopo la pubblicazione di un articolo in cui Andrea dava conto dei maneggi pre elettorali per la formazione delle liste in quel di Olgiate. Tutto verificato, tutto vero. Ma a questo signore (si fa per dire) le anticipazioni giornalistiche hanno fatto saltare la mosca al naso, fino alle minacce.

Qual è la colpa di Andrea Della Bella e, quindi, di Malpensa24? Quella di aver fatto il proprio lavoro. Preso atto dell’accaduto e girata la palla all’avvocato per le determinazioni legali e giuridiche del caso, diciamo subito che l’episodio né ci sorprende né ci induce ad arretrare di un millimetro rispetto all’esigenza di dare notizie. Nessuno di noi ha intenzione di fare la figura della mammoletta di fronte a personaggi, quasi sempre del “nuovo che è venuto avanti”, adusi alla protervia, con la convinzione che la stampa, se non è allineata, anzi, se non è prona, è un fastidio da scrollarsi di dosso. E se non la si minaccia come il celodurista di ritorno di Olgiate Olona, la si mette in un angolo, la si attacca, le si fa ostruzionismo, la si considera in malafede. O, bene che vada, la si ritiene al soldo di qualche lobby, di un partito, di qualcuno che comunque la condiziona.

Per la vasta platea dei politici politicanti è difficile credere che possano esistere giornalisti (ed editori) affrancati dai lacci e lacciuoli del potere. La colpa, sia chiaro, è anche di noi gazzettieri. Di chi, nella categoria, si lascia intimidire o, peggio, di coloro i quali cercano benefici personali, di carriera o, più semplicemente, mirano al quieto vivere e a salvarsi le terga. D’altra parte, il “tengo famiglia” è uno dei punti cardinali che muove la stragrande maggioranza delle persone. Figuarsi gli scriba, che più di altri se la passano maluccio a causa della crisi dell’editoria e per un serie di variabili, anche di natura personalistica, che impediscono loro di lavorare con serenità.

Hanno già provato in diversi a mettere la mordacchia a Malpensa24: chi ha tolto dalla mailing list del Comune l’indirizzo della redazione, chi ha paventato conseguenze giudiziarie inesistenti, chi ha deciso di non rilasciare più interviste, chi fa l’offeso perché prima di scrivere e pubblicare non si passa dal suo ufficio. Alle minacce di “spaccare la faccia” a uno di noi non c’era però arrivato nessuno. Capita ora con Gianni Reginato.

A questo punto, ribadiamo quanto già affermato in un’altra occasione: nessuno ci chiuderà la bocca, né ci impedirà di pubblicare notizie, né di esprimere opinioni, né di parlare. Né ci impedirà mai di offrire spazio a chi vuol dire la sua, nel massimo rispetto delle opinioni altrui, entro i confini del lecito ma in scia al pluralismo che, forse, proprio la stampa a volte dimentica. E dimenticando questa cifra dimentica innanzitutto di rispettare il sacrosanto diritto dei lettori ad essere informati su tutto, senza filtri se non quelli del buon senso e dell’equilibrio. Anche a costo di incontrare qualche sconsiderato che intende “spaccare la faccia” a chi ha scelto di fare il giornalista invece che lavorare.

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