Più Fagnano sull’orlo di una crisi di nervi. Il sindaco: «Così non posso continuare»

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La giunta di Più Fagnano

FAGNANO OLONA – Donne, ma anche uomini, sull’orlo di una crisi di nervi. Continua a fibrillare la maggioranza di Più Fagnano, che l’altra sera, lunedì 25 settembre, è stata convocata al Castello dal sindaco per fare il punto di una situazione sempre più complessa. Riunione allargata, ma non troppo, poiché oltre agli assessori c’erano una delegazione della Lega di Fagnano ed esponenti di Fratelli d’Italia. Ma non tutti i colonnelli di Forza Italia.

«Non ce la faccio più»

Da quando Fausto Bossi ha lasciato le deleghe alla Cultura Elena Catelli è ormai un super sindaco. In termini di competenze da seguire. Nelle mani del primo cittadino ci sono infatti Urbanistica, Edilizia privata, Sicurezza e (appunto) Cultura. Un peso non certo da poco, se si aggiunge che in questi primi mesi di mandato il primo cittadino ha dovuto anche pensare e lavorare per parare i colpi di un’opposizione agguerrita e le colpe di una maggioranza leggera e che in alcuni momenti è apparsa smarrita. Trovando fino a ora nella Catelli il timoniere capace di tenere dritta la barra. Il problema è che così non si può andare avanti. E a quanto pare il sindaco nella riunione ha detto senza troppi giri di parole: “Così non ce la faccio più“, mettendo sul tavolo la sua difficoltà a governare tutta la baracca.

Ma che colpa abbiamo noi

Qualcuno dei presenti ha sussurrato che la riunione a un certo punto ha preso la piega di una seduta di psicoterapia di gruppo. Un po’ come nel film di Carlo Verdone, ma senza una psicologa presente. E con i partecipanti pronti a tirar fuori criticità e debolezze, non proprie ma degli altri. Tanto che, racconta più di un presente, qualche assessore è passato anche sotto il fuoco amico del partito che rappresenta. Nulla di strano in una squadra che non trova la quadra, e dove chi deve guidare il proprio settore, disporre e proporre sta mostrando più di una difficoltà. Ma anche la conferma indiretta dell’analisi del primo cittadino, che si trova in solitaria a fare e a rimediare.

Ecce bombo

La celebre frase di Nanni Moretti “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente” calza a pennello per l’assenza di qualche colonnello di Forza Italia. Sulla quale però aleggia il dubbio: “Sono stati invitati, oppure no?”. C’è chi sostiene che l’invito sia arrivato. E chi aggiunge, “senza però sapere di cosa si sarebbe discusso. Insomma una mancanza di chiarezza che lascia presupporre che la nostra presenza non fosse ritenuta così indispensabile”. Ma rompiamo il dubbio morettiano: si è notata di più l’assenza dei vertici del partito. Che politicamente è un segnale.

Non l’unico che i forzisti hanno inviato al Castello. Per trovare un altro indizio utile a comprendere la posizione dei berluscones fagnanesi bisogna tornare all’ultimo consiglio, quando Giacomo Navarra per la prima volta, e per ben due volte in una sola seduta, ha preso la parola. Premettendo che stava parlando «per il gruppo di Forza Italia». Dichiarazione che ha destato stupore in tutto il consiglio e subito mandato in sbattito Fratelli d’Italia. «Ma come – ha chiesto il coordinatore di Fdi Fabio Pigni – Ora esiste un gruppo di Forza Italia dentro la maggioranza?»”. Tutta da leggere la risposta del colonnello: «Non c’è nessun gruppo forzista in questa maggioranza che continuiamo a sostenere. La mia precisazione però era per sottolineare ciò che politicamente siamo, la nostra appartenenza politica al partito che dentro la maggioranza rappresentiamo». Insomma un modo marcare l’identità e dire: “Noi ci siamo”.

Il panettone

Dopo la riunione del centrodestra c’è chi ha iniziato a chiedersi: “Arriviamo a Natale?“. Ma non è il pessimismo a dettare il quesito, ma l’agenda amministrativa. Pinguini, visite inopportune e vietate e immobilismo sono argomenti ottimi per le opposizioni, ma non per far crollare il Castello. Altro peso invece hanno la revisione del pgt e il bilancio, due nodi da affrontare e che a breve arriveranno al pettine. E il problema è “come fare?”. Tanto che più di un insider che mastica la politica e legge anche tra le pieghe è convinto che Elena Catelli abbia giocato una carta importante riunendo il centrodestra. Una mossa che da un lato ha il significato delle “mani avanti” e dall’altro suona come l’ultima chiamata per qualche assessore. La convinzione è che il primo cittadino, seppur prendendola alla larga, abbia di fatto detto “ora si cambia“: ovvero “rimpasto o si va a casa“.

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