Protezione civile, gemellaggio tra Legnano e Moneglia per scambi e cooperazione

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LEGNANO – Un patto di gemellaggio tra la Pubblica assistenza Croce Azzurra monegliese Gruppo Protezione civile e la Protezione civile Alberto da Giussano di Legnano. È stato firmato domenica scorsa, 14 aprile, nell’aula consiliare del Comune di Moneglia, nel Genovese (nelle foto). A siglare il documento i due presidenti, Matteo Del Buono e Giuliano Prandoni; presenti i sindaci delle due città, Claudio Magro e Lorenzo Radice, oltre ad autorità locali.

Il Patto prevede varie forme di scambio e cooperazione nell’attività di protezione civile, incrementando la collaborazione tra i due gruppi di volontari avviata per i servizi legati all’emergenza pandemica e proseguita con iniziative successive. A siglarlo, uno scambio di doni: un frammento di gozzo, simbolo della potenza del mare, dipinto con mani che si intrecciano, e una miniatura del monumento ad Alberto da Giussano.

Prandoni: «Chiedere aiuto atto di umiltà»

«Oggi – ha detto Del Buono – mettiamo la firma su qualche cosa che è stabile da lungo tempo. Viviamo in un territorio bellissimo, ma estremamente fragile. Il nostro gruppo nasce nel 2018 da persone che si sono proposte a seguito dell’alluvione di Vernazza nelle Cinque Terre, quando le case erano invase da tre metri di fango e la gente la si soccorreva arrivando con viaggi avventurosi solo dal mare. Nel 2019 è arrivata una violenta mareggiata e anche grazie a questo nuovo gruppo i danni sono stati limitati. Poi nel 2020 è arrivato il Covid. L’economia e il benessere delle nostre famiglie si basano sul turismo. Ci siamo inventati metodi per distanziare gli ombrelloni sulla spiaggia e tanto altro, ma tutto andava controllato e noi eravamo pochi. Così ho provato a chiamare Giuliano per chiedere se fosse possibile ricevere una mano dai volontari di Legnano».

Per Prandoni «la stipula del patto è sì un atto formale, ma è soprattutto l’espressione della volontà di dare una mano a chi ne ha bisogno. Ma c’è forse un aspetto ancora più importante in questo gemellaggio, che è la capacità di dire “io da solo non ce la faccio, ho bisogno di aiuto”. Non è scontato l’essere capaci di chiedere aiuto, e ciò che ha fatto Moneglia rappresenta un grande atto di umiltà, un esempio da seguire». Il presidente della Protezione civile legnanese ha quindi citato un passaggio di monsignor Angelo Cairati, prevosto di Legnano, intervenuto la scorsa settimana all’inaugurazione della nuova sede cittadina: «Lavorare insieme è un fatto di comunione, non di divise».

Collaborazione nata nel 2010

Giuliano Prandoni ha ricordato l’origine della collaborazione tra le due città, che risale al 2010, in occasione di servizi durante gare di apnea, e che si è rafforzata dieci anni più tardi nella prima fase del Covid 19, quando i volontari del gruppo legnanese risposero all’appello di Del Buono venendo in Liguria per lavorare insieme due mesi, per aiutare a far percepire ai turisti che la città era messa il più possibile in sicurezza, a salvaguardia anche del tessuto economico turistico della città.

 «In Italia diamo il meglio quando siamo in difficoltà – ha evidenziato il sindaco Radice – è ancora più significativo, quindi, che le due Protezioni civili, dopo la collaborazione positiva durante un periodo critico come quello pandemico, continuino a lavorare insieme e sanciscano questo impegno attraverso un patto. Il Covid ha insegnato a tutti che dalle difficoltà o si esce insieme o non se ne esce; e per questo l’impegno delle due Protezioni civili, improntato alle logiche di rete, di cooperazione e di sussidiarietà orizzontale, rivela il forte senso di dovere verso le comunità, non solo del proprio territorio ma di territori diversi». 

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