Respinta a Legnano la proposta di revoca del presidente del consiglio comunale

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LEGNANO – Clima molto acceso nel consiglio comunale di questa sera, martedì 20 dicembre, a Legnano aperto dal voto sulla proposta di revoca del presidente, Umberto Silvestri (nella foto) presentata dai gruppi di centrodestra. Questi ultimi hanno accusato Silvestri di «non essere super partes», oltre che di forzature sul regolamento e di ingiurie pronunciate fuori all’aula all’indirizzo di un consigliere di minoranza (Francesco Toia della civica Toia Sindaco).

Dal canto suo, la maggioranza arancione ha fatto quadrato intorno a Silvestri e la proposta è stata respinta a scrutinio segreto con 12 voti contrari e 9 favorevoli.

Borgio: «Richiesta assurda, basta risse»

In precedenza la capogruppo del Pd, Sara Borgio, aveva definito la proposta di sfiducia «assurda a fronte del comportamento gravemente irrispettoso di alcuni consiglieri che provocano un clima esasperato ed esasperante» e parlato di «risse continue improduttive e incomprensibili per i cittadini. Il consiglio ne esce vilipeso e svilito come istituzione – ha proseguito Borgio – Noi non accetteremo più questo modo di fare politica, che oltre ad essere un pessimo spettacolo allontana i cittadini dalla cosa pubblica».

I consiglieri di maggioranza hanno quindi lasciato l’aula, senza però far venire meno il numero legale (sono rimasti in tutto 13 consiglieri su 24 più il sindaco) e rientrando poi al momento del voto. La discussione è potuta così proseguire. Dai banchi del centrodestra si sono levate accuse di «minacce» subite in aula, ma anche fuori e sui social (Daniela Laffusa, Lega) e di «arroganza» nel comportamento di Silvestri, definendo la mozione di sfiducia «un atto politico» al di là dell’esito scontato del voto (Letterio Munafò, Forza Italia).

No anche alla pregiudiziale di Brumana

Ancora prima, la pregiudiziale del consigliere civico Franco Brumana (Movimento dei Cittadini) sulla mancanza del quorum sufficiente a sostegno della proposta di revoca è stata votata solo da Federico Amadei (Gruppo misto) e dallo stesso Brumana, che è uscito dall’aula in segno di protesta contro la «perdita di ogni senso di legalità» nell’aula.

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