Salvini a Golasecca: «Il governo va avanti. Ma la pazienza ha un limite»

Salvini Golasecca governo avanti

GOLASECCA – «Essere attaccati dopo un po’ è pesante, ve lo confesso». Stanco ma per nulla arrendevole il vicepremier Matteo Salvini è salito sul palco di Golasecca questa sera, 25 luglio, per aprire la festa nazionale della Lega Lombarda. E a chi, dal pubblico, gli urlava di staccare la spina al governo, lui ha risposto facendo capire che ancora non è il momento. «Ma la pazienza ha un termine. Io ce la metto tutta, ma la Lega sta al governo soltanto se riusciamo a fare una manovra economica coraggiosa e abbassiamo le tasse agli italiani, altrimenti a scaldare la poltrona non ci stiamo. Prima vengono i nostri figli e poi i vincoli europei. A perdere tempo non ci stiamo. Vale più la coerenza della poltrona, la storia della Lega dimostra che non abbiamo paura di corse solitarie».

I rapporti con i 5stelle

Sebbene «leggere i giornali ogni giorno sembra di leggere Novella 2000, anzi spesso è più attendibile Novella 2000», Salvini non ha potuto nascondere i rapporti ormai difficilissimi, quasi impossibili, con il Movimento5stelle. «Essere attaccati dalle opposizioni è normale, è meno normale essere attaccati un giorno sì e uno no dagli alleati con cui si governa». Il leader della Lega ha prima preso di mira il ministro per le Infrastrutture, («La Tav la vogliono milioni di italiani perbene, non il partito del cemento come ha detto Toninelli»), poi il ministro per la giustizia («La bozza che ho visto della riforma della giustizia del ministro Bonafede  anziché accorciare i processi li allunga»), infine il presidente della Camera, Roberto Fico, («Quando lui dice che non va bene significa che stiamo lavorando bene»).

Qualcosa si muove

Il ritrovato ottimismo del ministro dell’Interno dopo giorni difficili è giustificato dalle «buone notizie delle ultime ore». Sulle opere pubbliche («Abbiamo sbloccato la Pedemontana e anche la Tav si farà, il presidente del consiglio dopo un anno che lo ripetevamo si è accorto che costa meno finirla anziché tornare indietro») e sull’immigrazione, con il decreto Sicurezza bis passato oggi alla Camera: «Per le Ong e scafisti la vita si complica. In Europa sono tutti solidali con i porti degli altri, il signor Macron pensa che ho scritto giocondo sulla fronte. Aprano le frontiere francesi e poi ne riparliamo».

L’autonomia

Con indosso il berretto con la scritta 41 («Metto il cappellino che così copre la pelata, anche se è un po’ troppo rosso per i miei gusti»), lanciato dalle prime file per ricordargli l’impegno a proseguire con la riforma delle pensioni dopo Quota100, Salvini ha rivendicato il desiderio di autonomia delle Regioni («Chi non vuole l’autonomia condanna l’Italia a rimanere com’è oggi, serve anche ai cittadini del Sud») ma ha deluso i nostalgici secessionisti che dalle parti di Golasecca ancora esistono: «La mia soddisfazione non è solo avere percentuali di consenso impensabili quando entrai in Lega, ma unire le persone perbene da Nord a Sud nel nome della fatica, del merito, dell’impegno».

Porte chiuse a Berlusconi

Sul pratone di Golasecca non c’era soltanto leghisti, ma berlusconiani, esponenti di Fratelli d’Italia e tanti amministratori del centrodestra in provincia di Varese, tra cui il presidente – nonché sindaco di Busto Arsizio – Emanuele Antonelli». Eppure Salvini, rispondendo a un militante che gli urlava di mollare i 5stelle e riprendere il dialogo con Berlusconi e Meloni, ha risposto: «Stai tranquillo amico mio che non sono nostalgico del passato: l’italia guarda avanti, non indietro».

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