Pecore morte a Samarate, fine delle indagini. «Tutto regolare»

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SAMARATE – «La pecora è deceduta durante il parto. Successivamente è stata avvicinata, probabilmente, da qualche volpe». Il caso dell’animale squartato e dell’agnellino morente, ritrovati nei boschi di via Zelliner a Samarate, si chiude con l’esclusione di maltrattamenti e – soprattutto – di satanismi alla base di riti inquietanti. Lo rende noto il comandante della polizia locale Edoardo Angotti, al termine delle indagini e degli accertamenti dei veterinari di Ats Insubria.

Riti satanici? «Solo stupidaggini»

Una vicenda con dettagli che possono facilmente turbare le persone più fragili. Lo scorso 29 aprile, nelle vicinanze delle case nell’accampamento allestito dai pastori, un odore nauseabondo accompagnava una pecora squartata e un agnellino in fin di vita – poi deceduto – all’interno di un rimorchio. E, nei dintorni, c’erano pezzi di interiora che stavano sfamando un cane. I guardiacaccia e l’associazione cacciatori si sono attivati fin da subito, contattando la polizia locale e le istituzioni (tra cui il sindaco Enrico Puricelli, molto sensibile al tema). Immagini raccapriccianti che, secondo gli animalisti, potevano essere il risultato di riti satanici. Anche se è un’ipotesi che non ha mai convinto, anzi: «Erano tutte stupidaggini», dice ora Angotti. «Invece di fare certe affermazioni, potevano aspettare la fine delle indagini».

La dinamica

Il resoconto del veterinario offre un quadro diverso. Lo spiega il comandate della polizia locale di Samarate: «La pecora, come spesso accade, si è isolata per partorire. Ma è deceduta. L’agnello è rimasto a metà nella placenta e poco dopo è morto anche lui». Nel frattempo «è stata avvicinata, probabilmente, da qualche volpe», offrendo una spiegazione dello stato della carcassa.
In ogni caso, Angotti garantisce che «non ci sono stati segni di violenza. Quindi si sono chiuse le indagini. Ora restano solo le verifiche di rito, che servono per vedere se l’animale aveva malattie. Ma è improbabile, perché la pecora era sempre sotto controllo». Purtroppo, conclude, «sono situazioni che capitano più frequentemente di quanto immaginiamo».

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