Mattarella a Sanremo, Benigni apre con la Costituzione: «È sua sorella»

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Roberto Benigni

SANREMO – «Einaudi, Pertini, Iotti: i nostri padri e madri costituenti erano personalità straordinarie. Tra loro c’era anche Bernardo Mattarella, il padre di Mattarella. Quindi lei e la Costituzione avete lo stesso padre: possiamo dire che la Costituzione è sua sorella». Così si è rivolto ieri sera, martedì 7 febbraio, Roberto Benigni al presidente della Repubblica nel monologo con cui ha aperto la settantatreesima edizione del Festival di Sanremo: il concorso canoro ha visto per la prima volta la presenza del capo dello Stato in occasione del settantacinquesimo anniversario dell’entrata in vigore della Carta fondamentale.

«Un sogno fabbricato da uomini svegli»

«Cosa c’entra la Costituzione con Sanremo?», ha continuato il celebre attore e regista toscano. Al Festival è «legatissima» perché, oltre a regolare il mondo dell’arte, è a sua volta «un’opera d’arte che canta la libertà e dignità dell’uomo», con una forza evocativa e rivoluzionaria che è uno schiaffo al potere, a tutti i poteri. Mostra che «un Paese può essere giusto e bello come l’arte. Ci fa sognare la Costituzione, è un sogno fabbricato da uomini svegli». A questo proposito Benigni ha citato l’incipit di “Volare”, “penso che un sogno così non torni mai più”: «L’hanno sognata, e chi sogna arriva prima di chi pensa».

Il presidente della repubblica Sergio Mattarella

Prima dell’articolo 21 Sanremo non era possibile

Mentre a volte ci vogliono anni per realizzare una legge, la Costituzione «è stata scritta in poco tempo, da visionari, tutti di partiti diversi e che la pensavano diversamente», ma con l’idea di essere uniti per scrivere «la più bella che si potesse immaginare. Per esempio l’articolo 11 dice che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli ”: se l’avessero tutti gli Stati, nessuno potrebbe farla a un altro. Il mio preferito è l’articolo 21, secondo cui tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. È straordinario perché è l’architrave, quello più importante, il più semplice e il più forte. Perché prima, nel Ventennio, fare ciò non era possibile. Non era possibile neanche Sanremo, perché c’era una canzone sola: il Duce, il partito, la guerra».

Gianni Morandi e Amadeus

L’ultima pagina lasciata bianca

«Prima – ha ricordato Benigni – mentre cenavi poteva entrarti in casa una pattuglia di violenti che avevano saputo che avevi detto una cosa libera, che non collimava con il potere: c’erano quelli che sparivano e non li si vedeva mai più. In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono ancora incarcerati o avvelenati se ballano o cantano o parlano». Per costruire un futuro bisogna avere il passato sempre presente: «Tutto quello che abbiamo ci può venire tolto da un momento all’altro, i Costituenti lo sapevano. “Ora tocca a voi, è il vostro tempo”, dicevano Pertini e Scalfaro. L’ultima pagina fu lasciata bianca: la scriveremo con la nostra vita. La Costituzione è stata scritta ma dobbiamo farla vivere. Amarla, leggerla e farla entrare in vigore ogni giorno, far diventare questo sogno realtà».

Chiara Ferragni

La lettera di Chiara Ferragni

Nella serata condotta insieme a Gianni Morandi e ad Amadeus al suo quarto mandato («ha già prenotato il quarto e pensa al sesto, è costituzionale?», ha chiesto Benigni a Mattarella) Chiara Ferragni, che prima ha indossato un abito con le parole “pensati libera” e poi uno disegnato in modo da simularne la nudità – «il corpo di noi donne non deve mai generare odio o vergogna» – ha richiamato l’attenzione sulla lotta alla violenza di genere invitando sul palco le responsabili dei centri D.i.Re. E raccogliendo gli applausi del pubblico con la lettera a sé stessa bambina: «Quello del genitore è il lavoro più faticoso di tutti. Le donne che lavorando stanno lontane dai figli sono criticate ma lo stesso trattamento non è mai riservato agli uomini». Di fronte a un sessismo purtroppo normalizzato, «essere una donna non è un limite: io ci sto provando – anche in questo momento – per cambiare le cose».
Il primo turno di Sanremo 2023 ha visto esibirsi – alternati con i live fuori gara di Piero Pelù, Salmo e PoohAnna Oxa, gIANMARIA, Mr. Rain, Marco Mengoni, Ariete, Ultimo, Coma_Cose, Elodie, Leo Gassmann, Cugini di Campagna, Gianluca Grignani, Olly, Colla Zio e Mara Sattei. Fuori programma per Blanco solista che, dopo aver eseguito con Mahmood la canzone vincitrice nel 2022 “Brividi”, al momento di presentare la nuova “L’isola delle rose” ha devastato i fiori sul palco: «Non andava la voce nel microfono e ho cercato comunque di divertirmi, non bisogna sempre seguire uno schema».

Blanco
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