Gli scioperi del 1943 in mostra 80 anni dopo all’Archivio di Stato di Varese

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Stefania Filetti, Gian Marco Martignoni e Alberto Tognola

VARESE80 anni dopo gli scioperi del 1943 rivivono in una mostra inaugurata oggi, sabato 14 ottobre, presso l’Archivio di Stato di Varese. Un’esposizione allestita con materiali conservati nell’archivio, che illustra la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici ad iniziative e azioni di lotta condotte durante la Resistenza. Sarà visitabile fino al 3 novembre (nel video qui sotto le interviste e una panoramica della mostra).


Il coraggio dei lavoratori

L’evento è promosso dall’Archivio di Stato di Varese insieme alla Cgil di Varese e all’Anpi cittadino di Varese. “Gli scioperi nella provincia di Varese nell’anno 1943” è il titolo della mostra, a cura di Claudio Critelli, già direttore dell’Archivio, e di Gian Marco Martignoni, nonché di Giulia Carcano e Giovanni Gatti Grami, archivisti, e di Claudio Mezzanzanica. «Abbiamo voluto dare spazio a documenti provenienti da diversi fondi dell’istituto, tra cui la Prefettura e la Questura», ha spiegato l’archivista Giovanni Gatti Grami. «Ricordiamo il coraggio di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori – ha detto Stefania Filetti, segretario generale della Cgil di Varese – che a un certo momento hanno detto basta per sé stessi e per gli altri, e poi sono stati confinati, torturati e inviati anche ai campi di concentramento. Ricordare il coraggio di quelle persone ci mette in una condizione di riflessione su cosa dobbiamo fare oggi per mantenerci la libertà, la democrazia e la Costituzione che ha avuto nascita proprio in quei gesti eroici».

Le testimonianze

Varia la tipologia di documenti esposti: ecco a titolo esemplificativo lo stralcio di una delle testimonianze.

Relazione del Questore di Varese al Prefetto sulla situazione politico economica per il mese di marzo, 30 marzo 1943.
“La situazione industriale è peggiorata nei riguardi delle discipline delle maestranze e il 29 c.m. in Saronno è stato segnalato nello stabilimento dell’Isotta Fraschini un vivo malcontento per la distribuzione di generi alimentari giudicati insufficienti, mentre in data odierna è stato stroncato un tentativo di sciopero bianco presso il locale stabilimento Carrozzeria Macchi con l’arresto di alcuni operai”.

Scioperi e arresti

Osservando la mostra è possibile così ricostruire le vicende di quegli anni: i documenti esposti ripercorrono i casi di astensioni dal lavoro e rivendicazioni di gruppi di operai, sia prima che dopo l’8 settembre. Proteste stroncate con arresti e denunce. Ricorrono i nomi di alcune delle principali aziende del territorio: a Saronno l’Isotta Fraschini, dove ci fu un’astensione di 36 operai e la Cemsa, a Varese la Carrozzeria Macchi, a Vizzola Ticino la Caproni. Quindi a Taino lo stabilimento della Società generale esplosivi e munizioni e a Busto Arsizio la Ercole Comerio, con la deportazione della commissione interna. Infine la Siai Marchetti di Sesto Calende, dove a protestare furono le operaie.

Donne protagoniste

E proprio alle donne è dedicata una sezione della mostra: durante la guerra, con gli uomini al fronte, la produzione industriale pesò molto sulla forza lavoro femminile, e si contarono diversi episodi di scioperi e astensioni con donne protagoniste. Tre figure sono ricordate in particolare nelle teche della mostra: quelle di Rosa Arbellia, Maria Ghilardi e Maria Cavilli, arrestate dopo le proteste e condannate al confino in Abruzzo. La mostra, allestita presso l’Archivio di Stato in via Col di Lana 5 a Varese, resterà aperta fino a martedì 3 novembre, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 15, con aperture straordinarie sabato 21 e 28 ottobre dalle 9 alle 12. Per eventuali gruppi di 10 persone o superiori è opportuno fissare anticipatamente un appuntamento con l’Archivio di Stato al numero di telefono 0332 312196.

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