Varese, sciopero femminista: «In piazza un giorno, ma lottiamo tutto l’anno»

La manifestazione delle FemVa

VARESE – Un corteo ha attraversato il centro di Varese oggi pomeriggio, venerdì 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna. Per il secondo anno FemVa ha voluto aderire allo sciopero globale femminista e transfemminista indetto da “Non Una di Meno”. «Vive, libere, in rivolta» lo slogan scelto per la mobilitazione.

Corteo in centro

Il via alle 17 in piazza Monte Grappa con una performance circense di Spazio Kabum. Mezz’ora più tardi è partito il corteo che ha toccato non solo l’area pedonale ma anche altre vie al di fuori dei classici percorsi delle manifestazioni varesine. A scandire l’evento alcune soste in cui sono stati letti dei brevi interventi al microfono. Tra gli argomenti affrontati l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, la violenza di genere, gli effetti della guerra sulle donne palestinesi, il lavoro e l’anticapitalismo.

Sanità di genere

Quindi una riflessione sul modo in cui viene trattato il corpo della donna dalla società. È stato inoltre ripreso il tema della salute e della sanità di genere, già al centro dell’iniziativa dello scorso anno. In piazza è stato distribuito del materiale cartaceo, frutto di un lavoro durato mesi: una mappatura dei consultori della provincia di Varese e un vademecum sulla violenza ostetrica e ginecologica. «Portiamo in piazza la nostra lotta femminista simbolicamente un giorno, l’8 marzo, per darle visibilità e coinvolgere più persone possibile; ma la nostra lotta è quotidiana e dura 365 giorni l’anno», dicono da FemVa.

In piazza anche l’Anpi provinciale

Insieme alle FemVa c’era anche l’Anpi provinciale che ha diffuso un contributo firmato dal presidente Rocco Cordì.

Il cammino per affermare i diritti delle donne è stato lungo, faticoso e sempre irto di ostacoli. Ma non si è mai interrotto. Oggi più che mai, di fronte ai tentativi di riportare indietro le lancette della storia, è ora di riprendere voce, di agire e reagire, tutti insieme e con determinazione, per difendere le conquiste del passato e realizzarne di nuove.

Anche gli uomini devono darsi una sveglia! E impegnarsi con le donne in battaglie comuni perchè, nonostante i passi avanti compiuti, persiste una cultura patriarcale e maschilista che con sempre maggiore frequenza sfocia in una inaudita violenza che trova nel femminicidio la sua punta più aberrante e disumana. E lottare con le donne perchè le disparità e le disuguaglianze moltiplicano i guasti sociali e le ingiustizie che sono alla base di un modello culturale ed economico che emargina e schiaccia uomini e donne, e sono queste ultime a pagare il prezzo più alto (nell’indice di uguaglianza di genere l’Italia si colloca, tra i paesi dell’Unione europea, al 13° posto!).

Battiamoci insieme, dunque! Per contrastare la violenza di genere, per affermare i principi costituzionali di pari dignità e diritti, per crescere insieme affermando una nuova idea del rapporto tra uomini e donne e lottando per un mondo senza guerre e rispettoso della natura. Per manifestare tutta la nostra solidarietà alle donne palestinesi, curde, iraniane e a quante in ogni angolo del mondo stanno pagando il prezzo più alto della violenza di genere e della follia bellicista.

Negli scioperi del 1943/1944, che ottanta anni fa segnarano l’inizio della Resistenza, le donne furono protagoniste di primo piano. Per comprendere il valore di quelle lotte va ricordato che non solo lo sciopero era vietato e represso duramente, ma si svolgeva anche in presenza dell’occupante nazista e del governo fantoccio di Salò.

Le donne, che nel ventennio fascista erano state ridotte a mere “fattrici” di figli da inviare in guerra, affermarono la loro voglia di riscatto, di emancipazione, di liberazione, prima nella lotta per riconquistare libertà e democrazia, poi nelle grandi battaglie per attuare valori, principi e diritti, sanciti nella Costituzione nata dalla Resistenza, e a lungo negati.

Anche oggi per affrontare le sfide del presente bisogna esserci. E se c’è una cosa che non è cambiata nel tempo rispetto alle nostre partigiane della Resistenza è che anche le prove più difficili e persino quelle più drammatiche possono essere affrontate e vinte solo attraverso un grande impegno collettivo da costruire giorno per giorno.

sciopero femminista varese – MALPENSA24