Sesto, la storia di Gianfry in un documentario. “La valle scalza” protagonista su Radio Deejay  

Sesto calende gianfry eremita

SESTO CALENDE – Sarà pronto dopo l’estate “La valle scalza”, il documentario sulla vita di Gianfranco Bonaldo, da tutti conosciuto come Gianfry, l’eremita della Val Grande originario di Sesto Calende scomparso nel 2015. Ad annunciarlo il regista Carlo Prevosti, ospite questa mattina 17 maggio della striscia quotidiana del Trio Medusa a Radio Deejay. 

A piedi nudi 

“Un uomo solo è sempre in buona compagnia”, diceva il Gianfry. Prima di abbandonare tutto e tutti, a Sesto Calende guidava lo scuolabus del paese. Il richiamo della montagna fu per lui irrefrenabile e visse i suoi ultimi anni da eremita, camminando a piedi nudi sulla neve della Val Grande. Morto per avvelenamento sette anni fa, la sua storia umana ha lasciato un segno indelebile nell’animo di chi lo ha conosciuto. E così Carlo Prevosti, insieme ad Alberto Maroni Biroldi e Stefano Zoja, hanno deciso di mettere assieme tutto il materiale girato dal Gianfry con una telecamerina per realizzare un documentario che ha solo due protagonisti: Gianfranco Bonaldo e la Val Grande. 

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Eremita saggio 

“La Valle Scalza”, racconta Alberto Maroni Biroldi, è «un progetto iniziato da me con tanta passione e ingenuità nel lontano 2010 e che da circa quattro anni condivido con una squadra fantastica di cui fanno parte gli amici Carlo Prevosti e Stefano Zoja di Insolito Cinema , ai quali si è aggiunto con grande entusiasmo Federico Minetti. Questo film parla di scelte, del bene e del male, di sogni e di natura, della forza di volontà, di violenze subite, della società in cui viviamo e dalla quale a volte desideriamo fuggire, di incontri speciali, dell’amicizia e dell’amore, ma soprattutto della vita di Gianfry, un piccolo grande uomo che descrivere come eremita sarebbe sbagliato e riduttivo, un saggio stoico che ha vissuto per sedici lunghi anni nell’area selvaggia più estesa d’Europa, aggirandosi nudo e scalzo in un ambiente impervio e ostile, ma di struggente bellezza, alla ricerca della felicità dopo un’infanzia tormentata».In questi luoghi abbandonati dall’uomo dopo la Seconda Guerra Mondiale e teatro di gesta eroiche da parte dei Partigiani, «mi sono ritrovato a camminare molto spesso per conto mio, altre volte in compagnia di Gianfry, inseguendo una pace interiore che a stento percepivo altrove, ammirando il cielo stellato e facendo il bagno nei torrenti gelidi, osservando aquile, camosci, cervi, vipere e cinghiali nel loro habitat, respirando il profumo inebriante dei boschi umidi, ascoltando l’eco della Storia, assaporando la solitudine e il silenzio».

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Il documentario

Il documentario gode del patrocinio del Parco Nazionale della Val Grande e ha vinto il primo premio per lo sviluppo del progetto a Front Lab col sostegno della Film Commission della Val D’Aosta. E’ composto da interviste e da materiale video che si aggiunge a quello «davvero stupefacente», assicurano i produttori, girato da Gianfry stesso con una GoPro. «Siamo in fase di post  produzione», ha annunciato Carlo Prevosti oggi su Radio Deejay. Sesto Calende e tutti coloro che hanno conosciuto Gianfry non vedono l’ora di poterlo vedere. 

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