Due mercati a Sesto, ambulanti pronti a trattare. Ma comanda Buzzi o Colombo?

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Il sindaco Giovanni e Buzzi e il capogruppo Marco Colombo

SESTO CALENDE – Sbolliti gli animi della discussione in assemblea, è il momento di trovare un compromesso a Sesto Calende. Gli ambulanti sono chiari, rigettano l’ipotesi di un mercato diviso in due e rilanciano: «Tutti in centro». Lo ricorda il portavoce Davide Grazioli, prendendo atto che «il tempo della polemica è terminato» e che ora si deve guardare al lavoro. Senza ulteriori sorprese. Sul tavolo le proposte ci sono. Il dubbio, invece, è su chi sarà il mediatore di eventuali trattative: il sindaco Giovanni Buzzi o il capogruppo di maggioranza Marco Colombo? Il primo «è sembrato più disponibile», il secondo «ha imposto solo paletti». Insomma, si chiedono chi dei due tiri le redini dell’amministrazione comunale.

No ai due mercati

La soluzione annunciata in assemblea martedì scorso (31 ottobre) prevede il mercato diviso in due: 57 banchi in centro, 20 in via Lombardia. Ipotesi che fatto infuriare gli ambulanti. Ma sfumato il nervosismo, l’attenzione è rivolta a una soluzione che accontenti tutti. D’altronde, è stato ribadito a più riprese: i mercatari e le loro famiglie vivono di questo mestiere. Il resto passa in secondo piano. Ecco perché «accogliamo l’invito del sindaco a collaborare, vogliamo essere propositivi», dice Grazioli. «Ma il progetto cosi come è stato presentato è molto complicato. Chi andrà in zona campo sportivo soffrirà di più. Fino a rinunciarci, addirittura».

Via alle trattative

Quindi sono almeno due i punti su cui discutere: «La viabilità del centro nel giorno del mercato è da rivedere, chiaramente nel rispetto dei residenti». Inoltre «è importante accettare che servono più spazi per bancarelle, valutando l’ipotesi di occupare le piazze anche se Colombo lo ha espressamente vietato». Di più: «Ci rendiamo conto che così tanti banchi possano creare qualche disagio, per questo dobbiamo essere bravi noi a limitarli il più possibile. A volte sembra che Sesto non abbia mai convissuto con un mercato di questo tipo, quando in realtà la sua storia racconta ben altro».

Chi comanda?

Spazio alle trattative, quindi. resta da capire chi farà la parte del mediatore per l’amministrazione. Infatti, gli ambulanti non lo negano: «Ci sono due approcci differenti. Se parleremo con Buzzi, ci sono buone possibilità di una trovare quadra che metta tutti d’accordo. Le parole di Colombo invece sono sembrate di totale cassazione. Con astio nei nostri confronti». Nel senso che il capogruppo leghista «ha messo dei paletti imprescindibili, tanto vale non parlare proprio di ritorno in centro allora». Anche perché «in questo modo l’impressione è che voglia far morire il mercato: se a prescindere vengono negati dei compromessi per viabilità o piazze, si può far poco».

Le spiegazioni dal Comune

Nel frattempo, il Comune ha diffuso una nota in cui spiega i motivi della scelta. «Tutti i 77 stalli in centro a non ci stanno», la precisazione. Questo perché bisogna garantire «il passaggio dei mezzi di soccorso, che di fatto non fa posizionare le due file come una volta in viale Italia». Infatti, «perdiamo, solo per questo, circa 30 posti». Ma anche per assicurare «il rispetto dei plateatici dei bar e ristoranti. Anzi, vogliamo che possano migliorarli e renderli il più belli possibile. Purtroppo se devono smontarli tutti i martedì sera, non possono investire con pergole, mobili pesanti, ombrelloni e fioriere. E anche se li facessimo togliere al mercoledì, recupereremmo un numero di posti non sufficienti a far tornare tutti in centro». Inoltre, con «le nuove norme di sicurezza non potremmo più far convivere l’uscita dei residenti dei condomìni di piazza Mazzini». Mentre «non possiamo metterle lungo l’Alzaia Mattea perché non ci sono le misure idonee della strada». E ancora: «In via Roma (zona banca Intesa) non si possono posizionare, perché dobbiamo lasciare il passaggio i mezzi di soccorso». Insomma, «limitazioni che hanno portato, rispetto alle numerose ipotesi sviluppate e accantonate in fase di studio, alla proposta presentata. Che pubblicheremo appena possibile per garantire la possibilità di inviare osservazioni e suggerimenti, secondo modalità e tempi di presentazione che verranno comunicati più precisamente in fase di pubblicazione del progetto».

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