Dieci sindaci (e 80mila persone) contro la chiusura della sala operatoria di Somma

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SOMMA LOMBARDO – E’ormai scontro a viso aperto tra gli amministratori del territorio e i vertici di Asst Valle Olona dopo la decisione di spostare l’attività chirurgica da Somma Lombardo a Gallarate e dunque di chiudere la sala operatoria del Bellini. C’è anche un incidente diplomatico, che ha un momento ben preciso: martedì 21 settembre gli architetti dell’Asst Valle Olona hanno effettuato un improvviso sopralluogo «che ha fatto arrabbiare gli operatori e i medici», spiega il sindaco sommese Stefano Bellaria. «Non vorrei fossero venuti qui per cercare la pistola fumante», ovvero per trovare un appiglio per poter dire che la sala operatoria non è più a norma e dunque chiuderla. Gli fa eco il collega di Arsago Seprio Fabio Montagnoli: «Di solito prima si fa una verifica e poi si chiude, mentre qui hanno già deciso che chiudono e ora fanno le verifiche? Mi sembra quantomeno un passaggio distorto».

I sindaci pro-Bellini

Oltre a Montagnoli, Bellaria ha riunito attorno allo stesso tavolo i sindaci (o loro delegati) di Vergiate, Casorate Sempione, Cardano al Campo, Besnate, Ferno, Lonate Pozzolo, Vizzola Ticino e Golasecca. «Rappresentiamo 80mila persone che nutrono affetto per una struttura che da 100 anni assicura cure di qualità con un approccio umano che da sempre è il suo valore aggiunto», dice il primo cittadino sommese, sin dalle primissime dichiarazioni agostane del dg ospedaliero Eugenio Porfido contrarissimo alla chiusura dell’attività chirurgica oculustica di Somma Lombardo. «E’ un reparto di eccellenza che nel 2019 ha effettuato più di 2mila interventi. Ora lo vogliono chiudere perché mancano gli anestesisti? E’ inaccettabile scaricare sui cittadini carenze organizzative dell’azienda sanitaria. Non si può pensare di risolvere un problema creandone uno più grande». Secondo Filippo Gesualdi (Ferno) i vertici di Asst «con una fuga in avanti che lascia molte perplessità hanno scelto la soluzione più facile, ma non la migliore». Sottolinea Maurizio Leorato (Vergiate): «Non è la prima volta che fanno così: risolvono un problema eliminando il servizio. Non voglio pensare che sia frutto di totale incapacità, credo che ci sia dietro qualcos’altro».

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La questione politica

Nonostante la Lega, a vari livelli, si sia espressa in modo non contrario alla scelta comunicata da Asst Valle Olona, oggi erano presenti anche i sindaci di centrodestra sostenuti dal Carroccio. Si tratta dunque di una precisa scelta di campo, nonostante Dimitri Cassani (Casorate Sempione) abbia invitato a non farne una questione politica: «Non credo che sia una decisione dettata da pressioni politiche, piuttosto credo sia una scelta personale di chi oggi è al vertice dell’azienda sanitaria». Le sue parole però sono state contestate da Maurizio Leorato che invece inchioda il centrodestra (e in particolare la Lega) al governo della Lombardia alle proprie responsabilità: «Abbiamo letto sui giornali dichiarazioni ben precise, espresse senza nemmeno prima confrontarsi con il territorio. E poi scusate ma mi fa incazzare quando chiediamo incontri con Regione Lombardia e non ti danno nemmeno una risposta. E’ una mancanza di rispetto verso le istituzioni e questo mi dà fastidio».  I dieci sindaci pretendono dunque da Asst e Regione Lombardia un immediato incontro alla ricerca di «un confronto a mente aperta senza pregiudizi sul futuro del Bellini». Perché loro, del destino dell’ospedale di Somma Lombardo, al momento non sanno nulla. E il silenzio preoccupa ancora di più di un ridimensionato annunciato.

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