Somma, il medico contagiato e l’incubo Covid: «Io guarito. Ma non è finita»

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SOMMA LOMBARDO – «È un virus molto contagioso e potenzialmente letale, di cui conosciamo ancora poco. Per cui potrebbe tornare a breve con un nuovo picco di contagi». Sono le parole di Giorgio Sciarini, il medico sommese scampato al Covid a marzo. Con un intervento su “In cammino… l’incontro”, il giornale diretto dal prevosto Don Basilio Mascetti, il dottore – primo contagiato in città – ha voluto raccontare la sua esperienza ringraziando tutte le persone che lo hanno aiutato ad affrontare la malattia, a partire dalla moglie Antonella e dai figli. Ma lancia anche un appello alla comunità, invitandola a non abbassare la guardia in questo momento di apparente calma.

Ansia e frustrazione

«La sera del 12 marzo, dopo essere svenuto in casa per delle complicanze causate da polmonite interstiziale da Coronavirus, sono stato ricoverato all’ospedale di Busto», ha raccontato Sciarini. E poche linee di febbre sono presto diventate un incubo. «Sono stato ricoverato nel reparto di malattie infettive, seguendo, fra le altre, cure costanti di antibiotici e antivirali». Poi finalmente la possibilità di rientrare a casa, in isolamento per 40 giorni ad attendere il tampone negativo che gli avrebbe dato il via libera alla (quasi) normalità. «Quella della malattia è stata un’esperienza dolorosa, sia fisica che psicologica», ha sottolineato. «Fra ansia, paura per il futuro e frustrazione per l’incapacità del corpo di assecondare la volontà».

Alta la guardia

Nelle ultime settimane il Coronavirus ha mollato la presa. Ma gli ultimi focolai registrati sul territorio hanno riacceso un po’ di preoccupazione tra i cittadini.  L’intervento di Ats ha subito messo sotto controllo la situazione, ma il messaggio è chiaro: bisogna continuare a seguire tutte le norme di sicurezza. L’ha ricordato anche Sciarini nel suo messaggio ai sommesi: «La raccomandazione è di mantenere alta la guardia, perché, anche se la fase acuta della pandemia in Italia sembra essere passata, il virus è ancora presente, con un numero di contagi e morti elevatissimo nel mondo».

Una preghiera

Un pensiero anche per chi non è riuscito a sconfiggere questo nemico invisibile. «Rivolgo una preghiera a tutte le persone meno fortunate di me, che non hanno risposto alle cure e hanno perso la vita», ha scritto il medico. «In particolare per i sacerdoti, come il caro Don Ezio Bisello, per i tanti medici, i dentisti, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari che si sono contagiati per fare al meglio il proprio lavoro».

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