Secondo Mona e Nuove Rodari: tensioni in maggioranza a Somma

SOMMA LOMBARDO – Creano tensioni in maggioranza i due progetti più importanti nell’agenda politica sommese. Uno è il piano per demolire e ricostruire la scuola Rodari, con 6 milioni di finanziamento ottenuti dall’amministrazione Bellaria tramite i fondi del Pnrr (unico caso in provincia insieme a Gallarate). L’altro è l’ampliamento della Secondo Mona, che punta a cambiare volto alla piazza di Mezzana oltre ad attrarre nuovi posti di lavoro in città. Interventi che dovrebbero mettere tutti d’accordo a occhi chiusi e che invece stanno generando pesanti distinguo all’interno del centrosinistra, dove si stanno creando i presupposti per innescare una logorante lotta di potere. Tanto che durante l’ultima Commissione non soltanto sono emersi punti di vista differenti, ma anche plateali dissapori.

L’opposizione del presidente

Il piano per le Nuove Rodari continua a far discutere. Dalla minoranza, Fratelli d’Italia ha da subito espresso dubbi sulla gestione delle classi e dei servizi scolastici durante i tre anni di cantiere. Ma è in maggioranza che si registrano da mesi i malumori più velenosi sul progetto vero e proprio, prima sottotraccia e poi pubblicamente sui social. Portano sempre la firma di Somma al Centro e in particolare del presidente del consiglio comunale Gerardo Locurcio, che prima ha sbottato su Facebook contro il suo stesso assessore Edoardo Piantanida Chiesa e poi ha provato a dare una lettura differente dell’accaduto scaricando le colpe sulla stampa. Ma il tempo è galantuomo ed è bastato attendere la Commissione di venerdì scorso per scoprire che i problemi in Somma al Centro sono ora diventati problemi di tutta la maggioranza, visto che la posizione di Locurcio mal si concilia con quella del sindaco Stefano Bellaria, che da settimane sta ribadendo come le soluzioni individuate siano le più vantaggiose da un punto di vista economico e logistico. E che sono state concordate con il consiglio d’istituto e con l’ufficio tecnico.

Il Pd ribelle

Se ciò non bastasse, il centrosinistra appare diviso anche sull’ampliamento della Secondo Mona. Questa volta è una quota del Pd a battere i pugni sul tavolo, dichiarandosi contrario quando ormai mancano poche settimane al passaggio definitivo in consiglio comunale al recupero dell’ex chiesa di Sant’Antonino. Non è certo una questione secondaria, perché si tratta di una delle più onerose compensazioni richieste al privato, che come contropartita pubblica all’espansione dell’azienda si impegnerebbe ad acquistare l’edificio di via Costa (oggi in capo alla parrocchia) per cederlo al Comune con un progetto esecutivo che lo trasformerebbe in una sala polivalente a disposizione della comunità. Oltre a dare 170mila euro come base di partenza per l’intervento di riqualificazione. Il sindaco la legge come un’opportunità, una parte dei dem invece no e lo ha reso noto in modo perentorio in un vertice di maggioranza.
Il prossimo step ora è in consiglio comunale – previsto per i primi di luglio – per l’approvazione del Piano attuativo. Al momento appare impensabile che qualcuno voglia arrivare al punto di bocciare in aula il documento urbanistico, immolando l’ampliamento di una delle più importanti aziende sommesi per aprire di fatto una crisi politica profonda. Ma è evidente che prima della conta una soluzione vada trovata. E il lavoro di mediazione è appena iniziato.

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