“Spes contra spem”: l’Ucraina, Velate, il sentiero italiano

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Spes contra spem, opera pittorica di Renato Guttuso

di Massimo Lodi

Giorgio La Pira, nel cui nome sono convenuti a Firenze i sindaci del Mediterraneo, fu un fedelissimo dell’espressione “osare l’inosabile”, mutuata dallo spes contra spem di Paolo di Tarso nella Lettera ai romani. Mai tramontata, è oggi da privilegiare, di fronte all’invasione-shock dei russi in Ucraina e ai devastanti effetti mondiali.

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Massimo Lodi

Spes contra spem : sperare nonostante la speranza sembri fragile, inconsistente, vaporosa. Cioè auspicare che il “denazificatore” non vada oltre l’inaccettabile che ha praticato; che dal suo popolo salga la richiesta di ragionevolezza e pace; che i cinesi non gli forniscano aiuto economico per attenuare le conseguenze delle sanzioni occidentali; che la mobilitazione spirituale guidata dal Papa – pronto a rendere desueta/clamorosa visita all’ambasciatore russo in Vaticano – dia la scossa a coscienze religiose e anime laiche; che , last but not the least , l’alleanza Europa-USA trovi compattezza operativa senz’oblique defezioni. È tanto e forse inattuabile. Ma non ci sono alternative a una missione impossibile. Anziché fermarsi al no dell’argomentare razionale di segno pessimistico, serve procedere sul sentiero – sia pure stretto – d’una visione sentimentale. Crederci, insomma. Avere fede in sé stessi.

Quanto a noi, all’Italia, la guerra rappresenta una sferzata di realismo per la perdurante politique politicienne d’ispirazione machiavellica. Appare d’un colpo lontano, vacuo, lunare il distinguersi/accapigliarsi su prospettive di mediocre bottega. Urge ben altro. Tramontano ipotesi di crepe nella maggioranza di governo, si riduce l’autonomia di smarcamento su questa e quella decisione, incalza la prevalenza di un’armonia obbligata. Draghi si rafforza, le ali grilline e leghiste empatiche con Mosca se ne faranno una ragione. Idem la Meloni del no-no-no. È il momento del patriottismo. Roba affatto sentimentale/retorica. Roba pratica. Tenere la barra dritta quando tutto all’improvviso si capovolge: ecco l’impegno semplice e straordinario. Abbiamo, nella sfortuna dell’accidente storico, la fortuna d’essere in mani esperte al vertice istituzionale, presidenza della Repubblica e presidenza del Consiglio. Un’arma di consolazione di massa, e guai a sabotarne l’uso. Vana aspirazione, dite? No, se ci ricorderemo di La Pira, di Paolo di Tarso, della Spes contra spem che il varesino ad honorem Renato Guttuso dipinse a Velate nell’82. Una bimba traversa di corsa la scena, vestita di giallo Ucraina e con un fiore in mano: ci indica dove andare.

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