ROMA – Il Covid ha tolto quasi 2 milioni di atleti allo sport italiano. Questa la fotografia dell’Istat dopo il biennio della pandemia. Un dato preoccupante (“ma pensavamo anche peggio” ha ammesso il presidente del Coni Giovanni Malagò) in un Paese dalle difficoltà oramai strutturali nell’interconnessione tra giovani e pratica sportiva. E il presidente dell’istituto Gian Carlo Blangiardo ammonisce: “un Paese con queste dinamiche rischia grosso in proiezione futura”.
Crollo di tesserati, basket in calo
Secondo una ricerca dell’Istat (riportata da un amplio reportage del Corriere dello Sport) il Covid e le sue restrizioni hanno picchiato duro sul numero dei tesserati. Dai dati la disciplina che ne è uscita peggio è il basket. Nel 2020 lo sport organizzato contava più di 13 milioni di sportivi, con un calo di 1.760.000 di praticanti e la mancata affiliazione di 5.166 società sportive. Il basket ha perso l’1.2% dei tesserati, attestandosi a 293.090 e ora ne ha meno del calcio, del tennis e del volley.
Per Giovanni Malagò è anche un problema demografico
Lo notiamo spesso: l’Italia è ferma da venticinque anni a 60 milioni di abitanti. Stiamo lavorando su materiale umano che, dal 1994 a oggi, ha perso 5 milioni di componenti. Persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che è poi la fascia fondamentale per animare lo sport di alto livello. Siamo organizzati, abbiamo le giuste competenze, ma se non miglioriamo da questo punto di vista sarà difficile ottenere ancora grandi risultati.
L’Italia rischia grosso secondo il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo
Nel 2021 abbiamo registrato 399.000 nascite. Nel 2008 erano poco sotto le 500.000 unità. In un’ipotesi ottimistica possiamo ragionare su 350.000 nati all’anno. Nel 2070 l’Istat prevede 12 milioni di abitanti in meno. Solo negli ultimi anni abbiamo perso quasi un milione e mezzo di residenti. Un Paese con queste dinamiche rischia grosso in ottica futura.
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