Studenti del Montale di Tradate in sciopero dopo l’ultima circolare

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TRADATE – Studenti dell’istituto “Eugenio Montale” di Tradate in sciopero questa mattina, giovedì 6 ottobre (nelle foto), per protestare contro gli ultimi provvedimenti adottati dalla presidenza, ma anche per una serie di problemi strutturali che affliggono l’istituto tecnico economico di via Gramsci. Alla protesta, mirata a tenere gli studenti fuori dalle aule per tutta la mattina, hanno partecipato in tanti, sicuramente la maggioranza dei quasi 800 iscritti. Un’adesione che ha sorpreso gli stessi organizzatori, ovvero i rappresentanti di istituto. «Siamo meravigliati e contentissimi – dicono – e tenete presente che altri sono rimasti a casa».

«Così passiamo tutti per vandali»

I motivi dello sciopero, deciso e divulgato in breve tempo tramite il tam-tam dei cellulari, sono diversi. A partire dalla circolare introdotta questa settimana dal dirigente scolastico, Giovanna Bernasconi, che impone ai collaboratori scolastici di far compilare ai ragazzi con nome, cognome e classe una lista posta all’entrata dei servizi igienici, presidiati dagli stessi collaboratori. La circolare esprime inoltre “l’auspicio che i collaboratori scolastici gradualmente sappiano identificare gli alunni presenti sul proprio piano di servizio, al fine di controllare la veridicità dei nomi cognomi classi apposti”.

La registrazione degli accessi ai bagni, come l’identificazione dei ragazzi – ma l’istituto ha negato decisamente che a questi possa essere chiesto un documento di identità – segue l’incendio ai servizi dei maschi al 2° piano avvenuto lo scorso 8 giugno, ultimo giorno di scuola, non si sa se in maniera volontaria o accidentale; in ogni caso, i responsabili non sono stati individuati. «Ci sentiamo tutti etichettati come vandali» osserva una studentessa. «Il giorno dell’incendio – interviene uno studente dell’ultimo anno – alcuni di noi non erano neanche a scuola perché impegnati in uno stage, ma ci siamo andati di mezzo lo stesso».

Tanti problemi in attesa di soluzione

La circolare è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gli studenti, infatti, lamentano da tempo numerosi disservizi e altri provvedimenti mal digeriti, come la possibilità di uscire dalla classe all’intervallo solo “a turni di 4 alunni per classe” (ma in precedenza poteva farlo solo uno). Per questo oggi hanno disertato le lezioni, con una protesta ordinata e composta, senza occupazioni né eccessi ma badando a non disturbare gli studenti degli altri due istituti vicini (il “Geymonat” e il “don Milani”) e a non bloccare gli accessi al complesso, compresi quelli degli studenti che avessero manifestato la volontà di entrare comunque in classe.

«I problemi sono tanti – osservano due rappresentanti d’istituto, Agata e Sandy – ma le nostre proposte sono state sempre respinte. A cominciare dal fatto che non possiamo uscire tutti dall’aula all’intervallo, che la mensa è chiusa dall’inizio dell’emergenza Covid mentre negli altri istituti è stata ripristinata, che la palestra è inutilizzabile e facciamo ginnastica all’aperto fino a quando il tempo lo consentirà». La lista delle disfunzioni prosegue con due dei tre laboratori di informatica trasformati in aule anche se privi dell’areazione e dell’illuminazione necessarie, come pure di una valida acustica; i cattivi odori che entrano dalle finestre della sezione distaccata; ancora, gli orari degli autobus che all’uscita sono stati spostati per agganciarsi a quella posticipata degli altri istituti, costringendo gli studenti del “Montale” ad attendere all’aperto anche per 30-40 minuti il proprio bus per fare ritorno a casa.

Dalla massa di ragazzi spuntano poi critiche sul numero eccessivo di studenti in alcune classi, sulla gestione degli stage e delle ore di alternanza scuola/lavoro, sugli arredi scolastici (dalla mancanza di banchi ad armadi e tapparelle rotti) fino alle macchinette per le merendine mal fornite. E nell’attesa dell’orario definitivo delle lezioni, c’è chi ricorda che se serve un pallone per educazione motoria, bisogna portarselo da casa.

«Possiamo cambiare qualcosa»

«Possiamo cambiare qualcosa e riprenderci la nostra scuola» esorta al megafono una delle rappresentanti degli studenti. «L’emergenza Covid è finita – osservano altri – e per questo non capiamo il perdurare di alcune misure. Ad esempio, si potrebbe farci uscire per l’intervallo a orari distinti tra classi del biennio e del triennio».

Fra le centinaia di ragazzi rimasti fuori dal cancello c’è chi ripassa e chi gioca a pallone. A tutti sarà inviata una lettera dai loro rappresentanti per ringraziarli della partecipazione allo sciopero. L’augurio unanime è tornare a vivere la scuola con maggiore efficienza e serenità.

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