«Varese è pensata per i maschi»: tra le sfide del Pgt c’è una città al femminile

varese città al femminile
La consigliera Lozza (che ha sostituito il presidente Marasciulo) e l'assessora Dimaggio

VARESE – Un Pgt che sappia disegnare una Varese del futuro a misura di bambini e famiglie, in particolare di donne, con orari e servizi più flessibili. C’è anche questo tra gli obiettivi dell’amministrazione comunale nel percorso che porterà all’adozione del nuovo strumento urbanistico. A parlarne in Commissione urbanistica questa sera, martedì 30 gennaio, l’assessora ai servizi educativi Rossella Dimaggio, in un percorso inaugurato dall’assessore Molinari che vedrà i vari esponenti della giunta Galimberti affrontare ciascuno il proprio settore di competenza.

13mila studenti

In apertura i numeri, suddivisi per tipologie di scuola: si parte dai nidi, con 5 strutture comunali per piccoli dai 6 mesi ai 3 anni (12 sono invece i nidi privati). In futuro si aggiungerà il Polo 0-6 che nascerà a San Fermo. Per le scuole dell’infanzia sono varie le tipologie: 4 quelle comunali, 6 quelle statali e 16 quelle convenzionate. Circa 300 i bambini nelle comunali e altrettanti nelle statali. Quindi cinque istituti comprensivi: in totale sono 4710 gli studenti tra le primarie e le secondarie di primo grado. Aggiungendo circa 8000 studenti delle scuole superiori sono nel complesso quasi 13mila gli studenti che si muovono in città e determinano orari e stili di vita per molte famiglie varesine. 41 in totale i plessi scolastici. Tra i servizi gestiti dal Comune figurano prescuola, mensa e doposcuola e trasporti per bambini residenti in aree disagiate e studenti con handicap.

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Città al femminile

Ma quale visione per il futuro di Varese si vuole disegnare nel nuovo Pgt? L’assessora Dimaggio lo ha indicato chiaramente. «Varese ha un’identità molto marcata per la presa in carico dell’infanzia – ha detto – vuole essere una città a misura di famiglia. Si può pensare a dei luoghi adatti ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze ma che allo stesso modo diano sicurezza ai genitori per fargli frequentare sempre più la nostra città». Un altro tema che le sta caro è quello della flessibilità, per rinnovare il modello attuale di gestione dei servizi della città. «Varese è pensata con uno stile del Novecento, è pensata dai maschi per i maschi. Bisognerebbe fare un salto di qualità per una città al femminile, che dia alle donne che hanno una vita più complessa la possibilità di agire all’interno del territorio in maniera flessibile, con orari flessibili e flessibilità dei mezzi di trasporto. Se io dovessi scegliere penserei a un pedibus per ogni scuola e servizi con orari che non siano più standard perché l’orario standard non va più bene con gli orari lavorativi di mamme e papà». Quindi una riflessione sui luoghi di aggregazione, che «probabilmente non sono più congeniali alle esigenze dei nostri ragazzi e vanno ripensati, visto l’aumento del fenomeno del ritiro sociale».

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