Varese Estense Festival porta Menotti al Vittoriale e a Milano. «Ma qui la lirica soffre»

Il direttore artistico del Varese Estense Festival Serena Nardi

VARESE – L’acuto del Varese Estense Festival, da quest’anno intitolato a Menotti e protagonista anche al Vittoriale e al Teatro Dal Verme di Milano. E il rammarico, espresso proprio all’esordio della rassegna lirica da Serena Nardi, direttore artistico: «Fare lirica a Varese è diventato davvero difficile. Non per l’organizzazione, non per il pubblico che a ogni spettacolo risponde alla grande, bensì per il sostegno del Comune, davvero risicato rispetto alla qualità degli spettacoli».

Spettacoli da esportazione

Il connubio tra il Varese Estense festival il nome di Gian Carlo Menotti «è per noi – dice il direttore artistico del Festival Serena Nardi – un grande onore e una grande responsabilità. Menotti è stato l’autore più rappresentato al mondo fino alla sua morte. Un grande del 900, vorrei ricordare, e varesino. Quest’anno poi due opere da noi prodotte, ovvero The telephone e Medium, andranno in scena anche al Vittoriale di Gardone e al teatro Dal Verme di Milano».

A Varese il Festival si apre martedì 14 giugno nel Salone Estense con la presentazione di Francesco III e il braccialetto di Bosso, libro scritto dal giornalista de La Prealpina Mario Visco e proseguirà mercoledì 15 con Una vita per due mondi, biografia in musica di Gian Carlo Menotti, di Silvia Priori e Roberto Gerbolés.

La nota dolente

Ma le note dolenti del Festival non sono quelle liriche. Bensì il supporto del Comune: «A Varese si fa fatica – dice Nardi – gli stanziamenti per il Festival parlano da sé. Qui la lirica soffre ed è un vero peccato, perché in altre realtà, simili a Varese, la situazione è ben diversa. Se si vuole mantenere e far crescere questo progetto in futuro è chiaro che si deve cambiare passo. Non si può pensare di mantenere questo livello solo grazie al sostegno del pubblico, degli sponsor privati e alla partecipazione dei bandi».

Infine Nardi conclude: «Stiamo dialogando con Regione per gli spettacoli che porteremo a Gardone e Milano, ma il nostro interlocutore principe resta il Comune di Varese. Per questo auspico in futuro che, a fronte delle richieste, faccia più selezione su chi finanziare. Credo, infatti, senza nulla togliere a nessuno, che una città cresca culturalmente anche sulla base di scelte di qualità».