Varese, la Fondazione Molina guarda al futuro e presenta il direttore Masini

VARESE – Nuovo direttore generale per la Fondazione Molina Onlus di Varese. Si è insediato oggi, 16 febbraio, Marco Masini, che ha preso il posto dell’ex direttore Vanni Belli, scomparso lo scorso dicembre. Al Molina porta un’esperienza manageriale lunga 25 anni. Non è l’unica novità per la Rsa varesina, che guarda ad un futuro di continue trasformazioni per il mondo dell’assistenza, forte di una storia lunga 150 anni.

Il benvenuto a Masini

A dare il benvenuto al nuovo dg il presidente della Fondazione Molina Carlo Maria Castelletti. «Dopo che ci ha lasciati il direttore Vanni Belli il Cda in seguito ad un periodo di riflessione e valutazioni ha ritenuto di nominare il dottor Marco Masini come direttore generale». Quindi è stato lo stesso Masini a prendere la parola. «Grazie per avermi scelto – ha detto – questa è una delle strutture più importanti della Lombardia nel settore. Col dottor Castelletti ho lavorato più di 20 anni nell’azienda ospedaliera di Busto, lui ha proposto la mia figura per questo ruolo». Masini ha ricordato le sue esperienze, tra qui quella recente all’Asst Valle Olona, dove si è occupato dell’acquisizione dei servizi gestionali territoriali che dalle ex Asl sono passati alle Asst. Quindi ha guardato al futuro del Molina e del settore in cui opera. «Il momento è difficile per tutti dal punto di vista economico. Si lavora per la gente ma siamo sostanzialmente un’azienda, dobbiamo strutturarci in modo adeguato per le trasformazioni che ci attendono. Ci deve essere in primo luogo una visione strategica a medio termine».

Il profilo del nuovo direttore

Marco Masini ha conseguito negli anni ’80 una laurea in Medicina e Chirurgia e successivamente la specializzazione in Ematologia presso l’Università degli Studi di Pavia. Tra le varie esperienze maturate in campo manageriale si sottolinea il coordinamento del nuovo ramo di azienda Rete Territoriale con la responsabilità gestionale del Dipartimento per la Continuità Assistenziale e Cronicità (Dip. CAC) dell’Asst Valle Olona con un focus sull’organizzazione dell’intero ciclo aziendale della presa in carico dei pazienti cronico fragili (dall’area sanitaria all’area amministrativa e tecnica). Il percorso nel settore manageriale intrapreso negli ultimi 25 anni da Masini, attraverso un’alta formazione manageriale continua, ha portato ad una crescita professionale in campo organizzativo e gestionale aziendale sviluppando una forte capacità di coordinamento dei gruppi di lavoro e l’orientamento dei propri collaboratori al risultato finale attraverso obiettivi condivisi.

Le altre novità

Tra le altre novità in casa Molina c’è la recente nomina di Barbara Cirivello, componente del Cda della fondazione, nel consiglio provinciale di Uneba, organizzazione di categoria del settore sociosanitario. «Il Molina è la casa dei varesini – ha osservato – è una Rsa di eccellenza protagonista del nostro territorio che deve affrontare delle sfide importanti. C’è una crisi indubbia nel settore, riteniamo che il Molina possa avere un’eccellenza che ci consenta di reggere il mercato e di superare magari anche i concorrenti del settore profit». Tra le altre new entry figura il nuovo componente dell’organismo di vigilanza della fondazione, che ha preso il posto di Castelletti dopo la sua nomina a presidente. Si tratta del professor Angelo Carenzi, specializzato in farmacologia applicata e con diverse importanti esperienze alle spalle, tra cui l’incarico di direttore generale degli ospedali di Busto Arsizio e Monza.

Il futuro del Molina

L’incontro è stato anche l’occasione per delineare le sfide future della fondazione. «Il Molina ha 150 anni e più di presenza sul territorio e possiede tutte le qualità per continuare a dare come in passato la sua vocazione e missione, ovvero fare servizio alle persone e portare a loro e alle loro famiglie serenità», ha detto il vicepresidente della Fondazione Molina Fernando Fasolo. Il presidente Carlo Maria Castelletti ha parlato di come si sta evolvendo il mondo dell’assistenza. «Negli anni è cambiata la natura del Molina come di altre strutture simili: gli anziani che arrivano qui hanno 80 anni di media e spesso hanno delle patologie. Chi arriva qui è una persona che la famiglia non può più gestire». In quest’ottica il Molina si differenzia da altre realtà più di tipo alberghiero, con 12 medici strutturati e la presenza di un medico giorno e notte. Ci sono poi un nucleo subacuti con 22 posti letto, un nucleo Alzheimer con 25 pazienti, un nucleo per stati vegetativi con 25 posti e un nucleo di pazienti psichiatrici con 46 posti. I dipendenti sono 500, gli ospiti e residenti circa 440. A breve il Molina lancerà una nuova iniziativa. «Presenteremo prossimamente il progetto della Casa del sollievo – spiega Castelletti – uno spazio per i pazienti terminali interni ed esterni, con circa 15 posti letto. Nascerà entro 1-2 anni». A fianco della fondazione in questo progetto ci sono l’Associazione Rocco Maglioli e l’associazione Varese con Te.