Varese, l’appello di bar e ristoranti: «Riapertura serale non rinviabile»

VARESE – «La riapertura serale, almeno nelle zone gialle, dei pubblici esercizi in grado di garantire il servizio al tavolo non è più rinviabile». Fipe-Confcommercio chiede un provvedimento che consenta la ripresa delle attività nelle aree con indice di contagi sotto controllo.

Il messaggio, forte e chiaro, è indirizzato al nuovo Governo e anticipa la firma del primo Dpcm dell’era Draghi. «Auspichiamo un cambio di passo nelle politiche di mitigazione del contagio da Covid19, che da troppo tempo stanno penalizzando solo alcune categorie caricandole di responsabilità che non gli spettano».

Protocolli e controlli

Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale della Federazione italiana pubblici esercizi, si rivolge ai colleghi: «E’ nostro dovere applicare rigorosamente i protocolli sanitari. In questo modo e in presenza di controlli puntuali delle autorità preposte che ne verifichino il rispetto, si vengono a creare i presupposti per le riaperture serali fino alle 22 in zona gialla e fino alle 18 nelle zone arancioni». Provvedimento che potrebbe inoltre essere calibrato anche su base locale «in modo che le misure restrittive siano efficaci e selettive», andando a “premiare” le aree «pressoché immuni dalla diffusione del virus».

I sindaci italiani come alleati

A dare ulteriore forza alla richiesta di Fipe, arriva anche il parere dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci): «I rappresentanti dei sindaci di tutta Italia si sono detti favorevoli a un allentamento delle restrizioni nei confronti di bar e ristoranti». Sta insomma crescendo la consapevolezza «che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all’interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione».

Superato il limite

«Da un anno», conclude Fipe, «portiamo avanti la battaglia a difesa della dignità di centinaia di migliaia di imprese che non possono essere aperte o chiuse con un’ordinanza pubblicata nella notte e valida dalla mattina successiva. Occorre rispetto per il lavoro di oltre un milione di persone e per un’intera filiera che proprio in bar e ristoranti ha un fondamentale punto di riferimento».

«Siamo al limite. Anzi, lo abbiamo superato. Il delivery e l’asporto non sono sufficienti a garantire la sopravvivenza delle nostre attività», chiosa da parte sua Ferrarese. «È arrivato il momento di fare lavorare chi è nelle condizioni di garantire la massima sicurezza e di allentare le restrizioni in tutte le zone dove il virus non si sta diffondendo. Ma ogni sforzo è sacrificio sarà vano se noi tutti, imprenditori e clientela, non rispetteremo le regole che, per quanto limitative, sono semplici e ci danno una minima possibilità di sopravvivere».

Varese Bar Ristoranti Dpcm – MALPENSA24