Varese, protesta l’Ispettorato del Lavoro: «In 27 per controllare 60mila imprese»

VARESE – Sono 27 gli ispettori in forze all’Ispettorato del Lavoro di Varese, a fronte di un organico che dovrebbe contare invece almeno un centinaio di addetti. Una carenza che si inserisce in un periodo storico in cui sono aumentate le incombenze di cui occuparsi. Il tema è stato al centro di un presidio organizzato dai lavoratori davanti alla sede di Varese in via Sanvito Silvestro. Altre iniziative si terranno a marzo.

27 invece di 100

L’iniziativa si è svolta questa mattina, lunedì 28 febbraio, e anticipa altre due mobilitazioni che si svolgeranno a livello nazionale: una manifestazione a Roma il 4 marzo davanti al Ministero del lavoro (a cui parteciperà una delegazione varesina) e lo sciopero del 18 marzo. Il primo aspetto sottolineato dalle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil è quello della carenza di organico, tema comune a livello italiano e che anche a Varese si protrae ormai da anni. «Il tessuto sociale della provincia di Varese è molto ricco di imprese – sottolinea Letizia Di Napoli – delegato Uil all’Ispettorato del Lavoro di Varese – in questa sede dell’ispettorato sarebbe previsto un organico di circa 100 persone, ma siamo in 27». Meno di 30 addetti che si devono occupare di un’area complessa come il varesotto che conta 60mila aziende. Si stima che ci sia un ispettore effettivo ogni 4.660 imprese attive e un dipendente dell’ispettorato ogni 31.700 occupati regolari.

Ispettori esclusi dal Ministero

Un settore in cui recentemente è anche aumentato il carico di lavoro che va a pesare sugli ispettori, con le ulteriori competenze e responsabilità che sono state attribuite al personale in seguito alla pandemia, sia per l’applicazione dei protocolli Covid-19 che con l’ampliamento dei compiti in materia di sicurezza sul lavoro. E in questo quadro si inserisce l’altro punto focale della protesta, ovvero il mancato riconoscimento agli ispettori del lavoro di un’indennità riconosciuta ai dipendenti del Ministero del lavoro. «Siamo alla beffa – commenta Domenico Guglielmo, delegato Cgil Ispettorato del Lavoro Varese – il personale è stato escluso dalle risorse stanziate per i ministeriali, 140mila persone. Chiediamo coerenza al ministro: dev’esserci un potenziamento di risorse per l’ente e per i suoi dipendenti». Guglielmo sottolinea anche l’importante ruolo svolto dagli ispettori del lavoro, che effettuano attività di vigilanza sul lavoro nero e irregolare e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. «Svolgiamo anche attività di indagine delegata dalle Procure – aggiunge – e anche altri servizi come conciliazione, tutela delle lavoratrici ed emissione di autorizzazioni per le aziende».

Un ispettorato che funzioni

«L’Ispettorato del Lavoro è un istituto di vigilanza – sottolinea Gianna Moretto, segretario FP Cgil Varese – penso che depotenziare la vigilanza sia una scelta politica molto grave perché vuol dire che non si può controllare bene il lavoro nero, le morti sul lavoro e la concorrenza sleale. Il funzionamento di questo istituto dovrebbe essere nell’interesse delle aziende, quelle serie. Un’azienda seria non ha paura dei controlli, mentre chi lavora sul filo della regolarità ha tutto il vantaggio che venga indebolito il controllo. Se vogliamo un mondo del lavoro sano e una concorrenza leale dobbiamo avere un ispettorato che funziona».