Vergiate 2030: «Il commercio di vicinato rischia di morire». Le soluzioni in un Odg

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VERGIATE – Promuovere e salvaguardare i negozi di vicinato, considerato che in alcune zone è «in corso una desertificazione commerciale». Questo l’obiettivo di Romano Balzarini, capogruppo di Vergiate 2030. Il consigliere di minoranza ha presentato un ordine del giorno da discutere al prossimo consiglio comunale, per chiedere all’amministrazione comunale di «mettere in campo, senza indugio alcuno, una decisa azione» volta alla tutela e all’incremento del commercio di vicinato.

Sopravvivere alla concorrenza

Un settore, quello composto dai negozi di vicinato, oggi in sofferenza a causa dell’avvento della grande produzione e dell’e-commerce. Che se da un lato è vista come una comodità e un’opportunità per molti, dall’altro può mettere in difficoltà le attività più piccole. «Sul territorio abbiamo ancora diversi negozi e sappiamo quanta fatica fanno a restare aperti e competitivi», si legge nel documento di Balzarini. Ricordando che «fanno attività mista alimentare e non alimentare. E che sono un punto di riferimento molto importante per una parte della popolazione». Prosegue: «Se pensiamo al centro storico vergiatese o Corgeno o Cuirone, abbiamo ben noti esempi concreti». Ma anche situazioni come «Sesona o Cimbro dove non c’è più questo tipo di attività. Con in corso una desertificazione commerciale malvista dalla popolazione».

Le proposte

Attività che sono «molto più importanti di quel che spesso pensiamo e non dobbiamo fare l’errore di credere che possano riuscire a sopravvivere in ogni caso», aggiunge il capogruppo di Vergiate2030. Da qui una serie di proposte a sostegno dei negozi di vicinato. Come «incrementare le attività svolte in sinergia con gli organismi competenti in materia di commercio», ma anche «aumentare – sin dal prossimo bilancio di previsione – le risorse economiche da mettere a disposizione, mediante specifici bandi». Quindi, «attivarsi per predisporre un piano di interventi annuale finalizzato alla loro promozione e salvaguardia» e «individuare modalità di differenziazione delle tassazioni comunali (ad esempio la Tari) rispetto alla media e grande distribuzione, così da adeguarle alle effettive condizioni di lavoro e potenzialità di guadagno».

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