L’omaggio dei friulani a Zamberletti: «Per noi è il padre della ricostruzione»

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VARESE – Tre giorni di lutto cittadino a Varese per commemorare la scomparsa di Giuseppe Zamberletti. Il cordoglio per la scomparsa del padre della Protezione Civile, morto a 85 anni all’ospedale di Circolo di Varese ieri, sabato 26 gennaio, è unanime in tutta Italia. E’ il Friuli Venezia Giulia, in queste ore, a far sentire fortissima la sua voce: «Per noi è il padre della ricostruzione». Zamberletti fu infatti chiamato da Aldo Moro nel maggio 1976, dopo il disastroso terremoto con epicentro tra Venzone e Gemona, che piegò il Friuli senza riuscire a spezzarlo. L’Orcolat, come i friulani chiamano ancora oggi il terribile disastro naturale che si abbattè sulla regione 42 anni fa, vide Zamberletti diventare Commissario Straordinario e coordinare gli interventi di soccorso. Da quell’esperienza nacque poi a tutti gli effetti la Protezione Civile Moderna.

«Grazie per aver ridato speranza alla nostra gente»

L’Onorevole non ha mai smesso di ricordare due particolari di quanto accadde in Friuli. Il primo: «La reazione straordinaria della popolazione. E il lavoro dei sindaci, il loro ruolo straordinario nel mezzo dell’emergenza». Il secondo: il dono da parte di una sfollata «Di un tappeto sul quale era ricamato il castello di Gemona. La donna mi disse che non l’avrebbe rivisto mai più. Le dissi che si sbagliava. E fu così». Il Friuli oggi ricorda questo varesino straordinario e uomo del fare. «Grazie per quello che hai fatto per la nostra terra, grazie per aver ridato speranza e futuro alla nostra gente». È il pensiero che il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, rivolge a Giuseppe Zamberletti. «Se il Friuli è uscito con grande slancio prospettico dal post terremoto del 1976 – aggiunge Fedriga – lo si deve anche all’opera di colui che, nelle vesti di commissario straordinario per l’imponente emergenza, seppe valutare capacità e determinazione di un territorio storicamente e culturalmente mai domo, delegando ai sindaci molte importanti competenze e coordinando al meglio quello che è ormai conosciuto e riconosciuto nel mondo come il Modello Friuli. La nostra regione – conclude il governatore – sa apprezzare chi le fa del bene e non dimentica, tributando un saluto composto quanto sincero e riconoscente».

Il cordoglio del presidente del consiglio regionale friulano

«Il mio ricordo personale, allora in veste di sindaco, va all’ultimo incontro in occasione della celebrazione del quarantesimo anniversario del terremoto a Udine alla presenza del Capo dello Stato, assieme a tutti i primi cittadini della Regione ai quali Zamberletti rivolse il suo pensiero e ringraziamento: un ringraziamento idealmente indirizzato innanzitutto a tutti i sindaci con i quali aveva vissuto quella che definì ‘indimenticabile avventura’, dando atto alla forte e laboriosa popolazione friulana di avere saputo ‘dimostrare con i fatti che quando si opera tutti insieme con onestà, impegno civile e spirito di unità si possono affrontare e risolvere tutti i problemi che si presentano sul cammino, talora difficile, anche impervio, della nostra democrazia repubblicana», ha aggiunto il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin.

Cittadino onorario di Gemona, la sua seconda città

Oggi Gemona è una magnifica città universitaria di cui Zamberletti era cittadino onorario. E’ il suo attuale sindaco Roberto Revelant a parlare, idealmente, a nome di tutti quei sindaci che per Zamberletti fecero la ricostruzione. «È con profonda commozione e nello stesso tempo gratitudine che salutiamo il nostro concittadino onorario Giuseppe Zamberletti, compianto commissario straordinario del governo per il terremoto del Friuli – ha dichiarato Revelant – È stato e resterà nella storia della nostra città, della nostra comunità, dei nostri cuori, ed ha contribuito in maniera fondamentale a scrivere le più belle pagine della ricostruzione. A lui si deve molto, anche la nascita della Protezione civile diventata da allora un riferimento per la gestione delle emergenze. Un esempio, un politico da emulare, che ha saputo farsi amare dalla nostra gente come pochi altri. L’ultimo incontro qui a Gemona è avvenuto lo scorso 5 maggio e lo ricordo con grande lucidità dopo averci raccontato moltissimi aneddoti sull’esperienza del ‘76 abbiamo parlato delle criticità del patrimonio immobiliare e del rischio idrogeologico presente in gran parte delle regioni d’Italia. Guardava ancora al futuro, con l’entusiasmo di un giovane ma l’esperienza di una persona saggia e preparata. L’Italia perde un grande uomo. Tutti i cittadini di Gemona, il Sindaco, la Giunta, il consiglio comunale, le maestranze comunali si uniscono nel dolore dei suoi cari, dolore che è anche e soprattutto nostro».

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