QUI LONDRA | 2.800 euro al mese a chi resta senza lavoro

IL PRIMO A BENEFICIARNE E' STATO UN RAGAZZO DI CASTANO PRIMO CHE GESTISCE UN PUB NELLA CITY

Il governo inglese ha annunciato l’intenzione di garantire che tutti i lavoratori dipendenti a cui non sara’ consentito il regolare svolgimento delle proprie attivita’ lavorative – durante i mesi di crisi – ricevano l’80% del proprio stipendio per far fronte alle difficoltà economiche causate dal COVID-19. Dopo un iniziale periodo di decisione ed incertezza, infatti, Downing Street ha annunciato questa strategia, volta a limitare il numero di licenziamenti legati al rallentamento dell’economia. Il provvedimento varato da Rishi Sunak, ministro delle Finanze dell’attuale governo conservatore, si applichera’ indistintamente a tutti i cittadini e residenti del Regno Unito.

Ad HMRC, l’equivalente britannico della Agenzia delle Entrate, verra’ assegnato il compito di erogare ad ogni attivita’ commerciale che ne faccia richiesta una somma in grado di coprire l’80% del salario dei propri dipendenti, calcolata su un massimale di ₤2500 (corrispondenti a €2838, ndr) mensili per dipendente. La misura e’ stata definita ‘senza precedenti’ dal ministro Sunak, che ha affermato di aver voluto mandare un messaggio chiaro a tutti i lavoratori del Regno Unito: non consentiremo che non siate in grado di fare la spesa o pagare il vostro affitto.

Riccardo Noè

Riccardo Noè, un ragazzo di Castano Primo (MI) che risiede a Londra, ha beneficiato in prima persona di questo provvedimento. Arrivato a Londra circa 3 anni fa, Riccardo lavora come manager presso un’enoteca di Mayfair, quartiere centrale della metropoli e, fino all’inizio della crisi, tra i principali luoghi della movida londinese. “Da lunedi’ 15 marzo” ci spiega Noè da Londra “il volume d’affari del locale che gestisco si è ridotto drasticamente. Ciò ha convinto la proprieta’ che chiudere temporaneamente il locale, in anticipo rispetto all’entrata in vigore delle norme che hanno imposto la serrata di bar e ristoranti, fosse la decisione giusta”. Il venerdi’ della medesima settimana Boris Johnson ha poi confermato che pubs e ristoranti sarebbero rimasti chiusi, e che l’entrata in vigore del provvedimento appena descritto avrebbe tutelato coloro i quali non fossero stati in grado di adottare lo smart working, o le cui attivita’ fossero chiuse.

Nonostante le misure vadano nella direzione giusta, sono molti i dettagli a dover essere ancora definiti, ritiene il professionista della ristorazione. “Buona parte degli stipendi dei dipendenti di bar, ristoranti ed alberghi è legata a diversi parametri, tra cui il numero di ore lavorate, o in altri casi il fatturato trimestrale. Il provvedimento varato dal governo sembra invece riferirsi soltanto a stipendi base. Se cosi’ fosse, molti lavoratori riceverebbero una busta paga di molto al di sotto dell’80% di quella precedente”.

Per quanto invece concerne i cittadini o residenti che si trovassero nell’impossibilita’ effettiva di pagare bollette ed utenze, il governo sta pensando di stanziare dei fondi facilmente accessibili, per evitare che l’erogazione di acqua, corrente e gas venga interrotta. In aggiunta a questi protocolli, il governo inglese ha altresi’ deciso di non accettare, almeno fino a settembre di quest’anno, alcuna richiesta di sfratto abitativo da parte di locatori i cui affittuari non siano in grado di pagare l’affitto. Quest’ultima misura rappresenta un altro vantaggio, seppur indiretto, per molti lavoratori, soprattutto nella capitale. Nonostante non si tratti di un esborso diretto di risorse, il provvedimento e’ mirato a scongiurare il rischio di sfratto nel momento in cui un lavoratore non fosse in grado di pagare il proprio affitto durante i mesi di crisi.

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