Rinviata l’udienza per i creditori tardivi del fallimento Pensotti di Legnano

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LEGNANO – È stata rinviata al 1° aprile, in seguito all’emergenza Coronavirus, l’udienza programmata domani, mercoledì 4 marzo, al Tribunale di Varese per i creditori tardivi insinuati nel fallimento della Pensotti Fabbrica Caldaie Legnano SpA. Nell’udienza, oltre ad alcuni fornitori, si insinueranno nel passivo gli ultimi 37 lavoratori licenziati il 31 ottobre per chiedere le proprie spettanze perse nel fallimento. Dopo il nullaosta del Tribunale, gli ex dipendenti Pensotti in questi giorni sono alle prese con la procedura per il rimborso del TFR da parte del Fondo di garanzia INPS. Il trattamento di fine rapporto è l’unica spettanza che i lavoratori potranno recuperare integralmente dal fallimento.

Riaprono i cancelli di via Boccaccio, ma solo per la vendita all’asta

«Nello scorso mese di febbraio – informa Franco Lizzi, ex dipendente e RSU Pensotti FCL – per qualche giorno si sono riaperti i cancelli dell’officina di via Boccaccio (nella foto in alto), non per far entrare i lavoratori bensì, presumiamo, per smontare i macchinari venduti all’asta dal curatore fallimentare alla Termotecnica Industriale SRL di Battipaglia (SA). La mia rabbia è che la Pensotti FCL SpA è fallita con un buco di bilancio di 55,8 milioni di euro, creato in pochi anni dopo che l’azienda, che aveva sempre lavorato e poteva contare su altre commesse, è divenuta proprietà del disastroso Gruppo Sices, di cui sono fallite tutte le aziende in Italia. Le banche –prosegue Lizzi – hanno chiuso i rubinetti alla Pensotti, che così non ha più potuto prendere ordini. Se l’azienda fosse uscita dal gruppo sarebbe ancora viva. Speriamo che il curatore fallimentare riesca a vendere il capannone dell’officina e la palazzina con gli uffici di via XX Settembre così da poter recuperare le spettanze che la Pensotti deve ai lavoratori, cioè ferie arretrate e lo stipendio di gennaio 2018, oltre a parte del credito dovuto ai fornitori che si sono trovati coinvolti in questo fallimento passato sotto silenzio».

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