Legionella, panico a Busto. Ancora ignota l’origine. Misure precauzionali nelle scuole

BUSTO ARSIZIO – Caccia aperta alla legionella, mentre la città è nel panico. Ufficialmente sono sempre fermi a 16, di cui un decesso, i casi accertati di infezione. Concentrati non solo a Madonna Regina, come segnalato ieri (5 settembre) dal sindaco, ma in una zona più ampia, sempre a nord della città. Da San Michele (zona museo del tessile, da dove proviene uno dei primi casi emersi sui social) a San Giuseppe, fino a Beata Giuliana. E le tracce del batterio, ricercate in primis nelle condutture della rete idrica, nei pozzi, nei serbatoi di accumulo e nelle torri di raffreddamento, non si fanno ancora vedere. Non resta che fare attività di prevenzione: «in via iper-precauzionale» nelle scuole materne e negli asili nido, unici istituti per ora attivi in città, per tutta la settimana che viene (da lunedì 7 settembre) l’acqua del rubinetto verrà sostituita da quella minerale delle bottigliette di plastica e si rinuncerà a servire verdura fresca lavata con l’acqua.

Uno o due morti?

Ufficialmente, ad oggi, è una la vittima del batterio, come confermato da Regione Lombardia nelle sue comunicazioni sulla vicenda: l’anziano di 78 anni che, ricoverato per polmonite da legionella e con problemi cardiaci pregressi, si è spento in ospedale a Busto Arsizio il 2 settembre in seguito ad un infarto. Una vittima su 16 casi accertati di legionella, di cui 15 culminati con il ricovero in ospedale, in molti casi pazienti già dimessi dal presidio sanitario bustocco. Sul secondo, presunto decesso, in serata arriva la precisazione dell’assessore al welfare Giulio Gallera: «Una donna, nata nel 1939 (81 anni) ricoverata in medicina e deceduta per patologia neoplastica. Per questa paziente, la sierologia ha evidenziato traccia di positività alla legionella di antico contatto ma NON forma di legionellosi in atto». Gallera aggiunge che «ATS Insubria sta procedendo con ulteriori indagini igienico sanitarie, i cui esiti saranno disponibili nei prossimi giorni».

Le contromisure precauzionali

Per rassicurare le famiglie che mandano i loro figli nelle scuole comunali, si è deciso di adottare in via ultra-precauzionale alcuni accorgimenti legati all’attività delle mense scolastiche. Per tutta la settimana, infatti, negli asili nido e nelle scuole materne (che saranno per ora gli unici istituti aperti, visto che le altre scuole ripartiranno il 14 settembre), verrà sospesa l’erogazione dell’acqua del rubinetto nelle brocche, sostituita con la distribuzione di bottigliette d’acqua minerale ai bambini, e si rinuncerà a servire verdura fresca lavata con l’acqua, privilegiando le verdure cotte o grigliate. Un’accortezza che va ad aggiungersi al divieto di utilizzo delle docce degli impianti sportivi comunali. Si tratta di misure precauzionali, come l’iperclorazione dell’acqua effettuata nei giorni scorsi, che hanno principalmente lo scopo di rassicurare e tranquillizzare la popolazione rispetto ai rischi di entrare in contatto con il temibile batterio. Dalle istituzioni rimane valido il consiglio di seguire le indicazioni di ATS Insubria sulla prevenzione della legionella.

Il giallo delle comunicazioni

Il sindaco Emanuele Antonelli conferma di essere stato avvisato della presenza di casi di legionella dal direttore dell’ATS Insubria Lucas Maria Gutierrez attorno a mezzogiorno di giovedì 3 settembre, il giorno prima della comunicazione ufficiale di Regione Lombardia: «Mi ha detto che era tutto sotto controllo e, dopo mia precisa richiesta, che come Comune non avremmo dovuto fare nulla di particolare». La mattina dopo, venerdì 4 settembre, palazzo Gilardoni ha ricevuto in copia conoscenza la richiesta di ATS ad Alfa, il gestore del servizio idrico, per una «disinfezione preventiva e controllo dei pozzi» della rete idrica cittadina, legata a «diverse segnalazioni» di casi di legionella. In particolare nella zona compresa «tra il cimitero e l’ospedale», quindi tra il quartiere di Madonna Regina, poi identificato come il più colpito, e quello di San Giuseppe. Alfa da parte sua ha immediatamente intensificato le attività di monitoraggio con campionamenti su pozzi e vasche dell’acquedotto, senza per ora individuare anomalie. Poi nella serata di venerdì 4 settembre, non concordato con le autorità cittadine, il comunicato dell’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, che fa sì che la vicenda diventi di pubblico dominio. Con tutto lo strascico di confusione e domande che ne è seguito.

Legionella, Ats aveva informato Palazzo Gilardoni. Chi sapeva perché ha taciuto?

busto arsizio legionella antonelli – MALPENSA24