Fagnano, tensione a sinistra: all’ultimo incontro c’è chi ha “sbattuto la porta”

fagnano castello

FAGNANO OLONA – Cinema: non all’Apollo, ma a sinistra. Tensioni proiettata non sui grandi schermi come sono soliti fare i concorrenti. Piuttosto sui “monitor” riservati agli addetti ai lavori, ma che comunque in qualche modo arrivano nella pubblica piazza. In ogni caso la situazione è complicata, le grandi manovre (ma anche le sfiancanti discussioni sulle regole d’ingaggio) sono in corso. E il parto di un centrosinistra unito, molto probabilmente si farà, ma non sarà indolore.

Uniti o morte

Nella complessa e parcellizzata geografia del centrosinistra fagnanese tutti sentono la responsabilità di trovare il bandolo di una matassa. Ed è diffusa (almeno a parole) la volontà di riunire le anime sotto un unico tetto. Come anche la certezza che l’unica strada per giocarsi fino in fondo la partita delle amministrative sia quella di correre uniti.

Insomma, il timore di essere all’ultima spiaggia per non far naufragare il Pd locale nel mare dell’anonimato per gli anni a venire e di non relegare il civismo di Fagnano Bene Comune a un ruolo di rappresentanza è ben chiaro da una parte e dall’altra. I militante piddini guidati da Massimo Canavesi e gli esponente del gruppo di Paolo Carlesso sanno di essere a bivio, poiché se da un lato la strada dell’unità è vista come l’unica soluzione per vincere, dall’altro il riuscire a cucire la coalizione sta diventando complicato quanto scalare l’Everest con un paio di sneakers ai piedi.

Tensioni e abbandoni

E che la situazione sia complessa e tesa lo confermano le voci che girano sulla riunione allargata di qualche giorno fa, durante la quale non sono mancate “aggressioni” verbali e abbandoni in corsa dei lavori da parte di qualcuno. Ma andiamo con ordine. Sullo scacchiere ci sono i Cinque stelle e Rifondazione, due forze (lo diciamo con rispetto sia chiaro) di minor peso rispetto al Partito Democratico e a Fagnano Bene Comune. Ma la leggerezza elettorale è inversamente proporzionale alla volontà di trovare una larga intesa. Insomma, le due forze sulla carta più radicali stanno dimostrando di essere in realtà le più moderate: nulla da stupirsi, è “Fagnano bellezza!”, verrebbe da dire.

La prova muscolare, infatti, la stanno mettendo in campo Fagnano Bene Comune e il Partito democratico, il quale, dopo aver salutato i civici per “sposare” il progetto di Siamo Fagnano alle ultime elezioni, è ora tornato sui propri passi. Trovando però un gruppo (Bene Comune) che per due anni e mezzo si è ristrutturato e strutturato e che vorrebbe veder riconosciuto il lavoro fatto e il peso (poco o tanto che sia) conquistato. Insomma, non è questione di leadership (sarebbe riduttivo), ma certamente è anche questione di leadership.

E non è un caso che buona parte dell’ultima riunione si sia consumata con la discussione attorno al possibile candidato sindaco. Sul tavolo sono stati messi diversi nomi, ognuno rappresentante di un’anima, ma nessuno (al momento) capace di far scattare l’applauso dell’acclamazione. Quali? Una sfilza: da Luigi Monfrini a Paolo Carlesso. Senza dimenticare Giuseppe Morrone, Fabio Lorusso e Davide Bevilacqua. Quest’ultimo protagonista prima di un battibecco con un fagnanese non iscritto ad alcun partito, ma vicino al centrosinistra e poi di uno stizzito abbandono anticipato dell’incontro.

Aria di rottura? Difficile da dire. Certo qualcuno pare abbia fatto già sapere di aver perso la pazienza e la speranza. Mentre altri sono ottimisti al punto da declassare le tensioni a “piccoli screzi”, superabili con il buon senso. Che, da quel che si vede, non sembrerebbe albergare sul frizzante palcoscenico della politica fagnanese. Tra questi c’è poi Bevilacqua di Azione, il quale ha già fatto sapere che l’unico ostacolo sull’unione è la candidatura a sindaco di Luigi Monfrini.