Sesto, prende forma il piano moschea. Costi, tempi e possibili aree

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SESTO CALENDE – Il piano per destinare un’area di Sesto Calende a un luogo di culto islamico prende forma. Le linee da seguire sono state presentate dal sindaco Giovanni Buzzi ieri, primo dicembre, in consiglio comunale. In risposta a un’interpellanza di Sesto2030, che per voce del consigliere Simone Danzo ha intavolato un «primo passo di approccio pragmatico a una questione aperta, che deve essere risolta» dopo la cocente sconfitta del Comune al Consiglio di Stato. Una relazione dettagliata, nel limite del possibile per non creare «un’operazione viziata da potenziale discriminatorio», ha precisato il primo cittadino. Ma non senza dati.

Le richieste di Sesto 2030

Alla base, una serie di richieste di Sesto 2030. Come «il numero aggiornato degli iscritti all’Associazione culturale islamica ticinese» suddivisi per «zona di residenza e Paese di provenienza». Ma anche un’idea della «situazione immigrati a Sesto». Oltre a capire se si tratta di «una moschea, una sala preghiera o una sede associativa». Spazio poi alla questione burocratica (direttive «per proseguire con l’iter e relative tempistiche») e quella economica (sui «costi che la comunità sestese dovrà sostenere, se ci sono, e chi si farà carico della costruzione»). Non solo: «È stata individuata un’area adatta? Quali problemi urbanistici sono associati alle soluzioni?». Fino alle «considerazioni effettuate dall’amministrazione sui possibili risvolti di integrazione, coesione sociale, diffidenza reciproca e sicurezza». Infine, la possibilità di avviare «un percorso di conoscenza tra la comunità islamica e la popolazione, per affrontare le paure che i cittadini e i fedeli musulmani possiedono».

Il quadro generale

Il punto di partenza, ha spiegato Buzzi, riguarda gli iscritti all’associazione islamica, ovvero 319. Di questi, la maggior parte sono di Sesto: 73. Il resto si declina fra i Comuni limitrofi, ma anche verso Varese, il milanese e addirittura all’estero. Aggiornati al primo gennaio 2021, gli stranieri residenti in città sono 1.366 e «rappresentano il 12,2% in generale». A loro volta, «circa il 18% proviene da Marocco, Senegal e Tunisia». Mentre «il 16% circa è rappresentato da albanesi con possibilità di presenza musulmana». Entrando nello specifico, la dimensione della struttura «dovrà essere commisurata alla domanda rilevata». Quindi non uno spazio per la preghiera o un centro culturale islamico, ma proprio «un luogo di culto». Che, sulla base di «alcune fonti autorevoli», viene indicato in generale come «moschea».

Alla ricerca di un’area

Ora, il percorso da seguire è quello di «una variante al Pgt per individuare il luogo adatto», con tempi «non ipotizzabili» se non uno «scenario di circa 9 mesi dall’avvio del procedimento». In ogni caso, delle aree ancora non ci sono, «tutto il territorio comunale è potenzialmente interessato». Ma secondo un principio di logica che guarda ad «aree attualmente di proprietà pubblica». Alcuni elementi aiuteranno a prendere una direzione, come «la necessità di zone parcheggio private o spazi aperti per ingresso e cortili». Tenendo conto del «numero presumibile di fedeli» e di avere luoghi «accessori e di servizio per ulteriori attività, quali l’insegnamento della lingua araba e della religione». La scelta dovrà comunque ricadere «su un’area all’interno del tessuto urbano consolidato o che abbia una capacità edificatoria dell’attuale Pgt».

Costi e progetti

I costi per la comunità sestese saranno quelli per «affidare a un professionista la stesura di alcuni documenti tecnici». Mentre al Comune spetta «esclusivamente l’individuazione urbanistica di un’area, in termini di pianificazione». Infine, le spese di costruzione, che «saranno a carico dei promotori dell’iniziativa, così come il costo per l’acquisto dell’area». Fino alla componente sociale, per andare oltre le paure e guardare a una convivenza pacifica. Così Buzzi: «Crediamo che il soggetto idoneo a questo processo non sia un’amministrazione. Ma debba essere il frutto di un percorso culturale più complesso che spetta alla società e ai singoli individui elaborare. Secondo una dinamica di crescita interiore e di eventuale mutamento di opinione».

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