Gallarate, violenza al Pronto Soccorso: arrivano i City Angels. Libero l’aggressore

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GALLARATE – Minaccia la guardia medica con il coltello. Il giorno dopo sferra pugni e calci al Triage del Pronto Soccorso dell’ospedale di Gallarate. Arrestato e subito liberato. Il fermo eseguito dai carabinieri di Gallarate intervenuti al Sant’Antonio Abate alle 6 di questa mattina dopo la 48 ore di intemperanze di un quarantenne, senza fissa dimora, già noto alle forze di polizia, è stato convalidato. Il giudice, in sede di direttissima, ha disposto l’obbligo di firma per il senza tetto, noto in ospedale a Gallarate sia per l’abitudine a cercare rifugio nella struttura nei mesi più freddi, che per il carattere violento che in più occasioni lo ha portato a creare problemi minacciando e spaventando il personale medico e infermieristico.

Exodus pronta ad accogliere

«Il fatto che sia tornato in libertà – spiega Roberto Gelmi, direttore del presidio ospedaliero gallaratese – ha scosso il personale. L’ospitalità a chi è in difficoltà, trattandosi di un ospedale, non deve essere negata. Quanto meno tollerata. Ma questo soggetto è violento e in più occasioni ha creato problemi. Il personale ha paura e visto l’accaduto è una paura giustificata». Sulla decisione di rimettere il senza tetto in libertà non c’è polemica: «Rispettiamo la decisione della magistratura – spiega Gelmi – Certo il personale è scosso a ragion veduta». Da questa sera «I City Angels inizieranno a fare dei passaggi in Pronto Soccorso – spiega Gelmi – La loro presenza di certo servirà nel rassicurare il personale. E’ stata firmata anche una convenzione con la comunità Exodus affinchè queste persone possano essere accolte. Certo, molto dipenderà dal fatto di volersi fare accogliere. Per esperienza sappiamo che non è sempre così». Il lavoro in Pronto Soccorso è rischioso? «Sì – spiega Gelmi – a Gallarate come credo in tutti gli altri ospedali d’Italia. Di certo il personale ha bisogno di maggiore sicurezza. Noi siamo qui per aiutare: essere aggrediti ci impedisce di svolgere il nostro ruolo».

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