Busto, fuoco amico sulla nuova ciclabile della rotonda di San Michele: «Finisce nel limbo»

BUSTO ARSIZIO – «In via Quintino Sella la nuova pista ciclabile finisce nel “limbo”, visto che manca l’attraversamento per le biciclette con gli opportuni cartelli». Ad affermarlo è l’ex responsabile delle attività di segnaletica stradale di Agesp Alberto Amato, già referente cittadino di Cambiamo (e candidato in Forza Busto a sostegno di Gigi Farioli) ma da tempo vicino a Fratelli d’Italia. Insomma, “fuoco amico” per l’assessore alla mobilità sostenibile Salvatore Loschiavo (Lista Antonelli). «Vogliamo imitare città come Reggio Emilia ma se dobbiamo fare le piste ciclabili giusto per poter dire di averle fatte, senza le necessarie condizioni di sicurezza, allora sarebbe meglio non farle del tutto» la critica di Amato.

Le puntualizzazioni

Alberto Amato con Giuseppe De Bernardi Martignoni e Luca Rossi

Prima che da esponente politico, però, Alberto Amato parla da professionista nel settore della sicurezza stradale, dell’infortunistica e della segnaletica stradale. «Noto grande enfasi per la nuova pista ciclabile realizzata in via Quintino Sella/Piazza San Michele/Via Goito – sostiene Amato – in realtà si doveva realizzare un attraversamento pedonale ma anche ciclabile, per il ciclista che, alla fine della pista stessa, necessita di attraversare la piazza Manzoni sul passaggio pedonale rialzato, come previsto dal D.P.R. 495/92 – articolo 146, comma 1; quindi doveva essere posizionata la relativa segnaletica orizzontale (quadrati 50x50cm) e il relativo cartello verticale (con il simbolo omino su bicicletta). In questa maniera invece, la pista ciclabile finisce nel “limbo” e il ciclista ha l’obbligo di scendere dalla bicicletta per attraversare la via Sella sul pedonale in questione. In caso non lo faccia e dovesse succedere un incidente, partirebbe un contenzioso tra il ciclista, l’automobilista ma anche verso l’Ente Proprietario della Strada, e quindi nei confronti di chi ha realizzato l’opera, (Sindaco, Assessore, Tecnico comunale, Azienda appaltatrice, ecc)». Insomma, così non va bene per Amato, in passato già critico nei confronti della passata amministrazione sul tema dei monopattini («a ragion veduta – rivendica ora – la legge cambierà con l’introduzione di targa, casco e assicurazione obbligatori»).

Città per le biciclette?

«Se si vuole imitare città come Padova, Modena, Reggio Emilia per la “mobilità sostenibile”, bisogna prima imparare da loro e poi realizzare le piste ciclabili anche a Busto Arsizio – contesta l’esponente vicino a Fratelli d’Italia – non invece farle giusto per farle senza mettere in sicurezza chi le utilizza. E nel caso non ci siano le condizioni per realizzarle, come ad esempio la larghezza della carreggiata non adeguata ai mezzi che la percorrono o situazioni di pericolo per la promiscuità con le auto in sosta, vedi il caso di via Marco Polo, sarebbe meglio non realizzarle proprio». Amato fa cenno anche alle «piste ciclabili realizzate e abbandonate a se stessi, come nel caso di via 11 Settembre, che grida vendetta» per allargare il discorso a 360 gradi e mostrare che «c’è ancora molto da fare, nel concreto» per rendere Busto una città davvero amica delle biciclette.

busto arsizio ciclabile San Michele – MALPENSA24