Formare lavorando si può. A Castellanza un seminario per i giovani

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CASTELLANZA – Come può un’azienda inserire nei suoi organici dei giovani formati in modo adeguato alle proprie esigenze? E come possono una scuola o un centro di formazione professionale migliorare il loro grado di rispondenza alle richieste del territorio? A dare una risposta sarà “Formare lavorando si può: apprendistato formativo e alternanza. Quali vantaggi per le aziende”, appuntamento di mercoledì 3 luglio, dalle 16 alle 17.30, alla biblioteca civica di Castellanza. Il seminario gratuito è stato promosso dal Comune, Uniascom-Confcommercio e Enti Bilaterali del terziario e del turismo della provincia di Varese nonché Ciofs, ente di formazione professionale delle suore salesiane. L’iniziativa ha incontrato da subito l’approvazione del sindaco Mirella Cerini e dall’assessore e vicesindaco Cristina Borroni, che hanno condiviso l’idea di fornire alle imprese del territorio un’occasione concreta per sperimentare nuove forme di inserimento e formazione al lavoro.

L’alternanza formativa e l’apprendistato

Se da un lato il mercato del lavoro vede una spinta al superamento di forme di impiego precarie o atipiche, dall’altro, anche per contrastare la disoccupazione giovanile, sul fronte dell’ingresso nel mondo professionale è stata avviata la strada italiana al sistema duale: diversi strumenti favoriranno l’accesso in impresa dei giovani mentre sono ancora in formazione o stanno finendo di studiare.
Questi comprendono, in particolare, l’alternanza formativa che, contrariamente a quanto avviene nella scuola statale, a livello di formazione professionale viene fortemente incentivata, favorendo percorsi con stage e tirocini curricolari gratuiti ampi, programmati e gestiti insieme alle aziende in percorsi individuali, quindi mirati alle esigenze sia dei giovani che delle imprese.
Per quanto riguarda invece l’apprendistato di primo livello, si tratta di un contratto di lavoro vero e proprio in cui il giovane, mentre finisce di studiare a scuola, lavora e si forma anche in azienda. Con un vero stipendio ma economicamente ridotto per riconoscere il ruolo formativo delle aziende, fino a conseguire un titolo di studio di qualifica o diploma professionale valido a livello nazionale.

San Giovanni Bosco autore di uno dei primi contratti

Questioni centrali saranno cosa prevede la normativa nazionale e regionale, il ruolo dei contratti collettivi nazionali, i costi ma anche gli sgravi e gli incentivi, le responsabilità e i vantaggi per il giovane, per le aziende e per i centri di formazione professionale (o le scuole superiori). Le presenterà Matteo Colombo della scuola di dottorato in “Formazione della persona e mercato del lavoro” dell’Università di Bergamo e ricercatore di Adapt, centro studi fondato da Marco Biagi nel 2000 per promuovere, in una ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro.
La descrizione operativa di come si gestiscono nel concreto queste collaborazioni formative tra scuola e impresa sarà invece affidata ad Antonia Fossati, responsabile per l’apprendistato di primo livello della sede di Castellanza del Ciofs Lombardia, ente di formazione professionale delle suore salesiane che, a partire dal 2015, ha gestito quasi cinquanta contratti di apprendistato ai sensi dell’art. 43 d. lgs. 81/2015. Porterà la sua esperienza diretta nella collaborazione con le aziende e i loro consulenti, mostrando come sia possibile coniugare questi strumenti con la passione e l’attenzione educativa di San Giovanni Bosco, a cui si deve uno dei primi contratti di apprendistato moderno in Italia.

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