Caos Accam: la Lega di Busto s’impunta e il cda è pronto alle dimissioni

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BUSTO ARSIZIO – La Lega di Busto ribadisce che Accam deve chiudere al 2021, Forza Italia conferma di voler lo slittamento e il cda della società è pronto alle dimissioni. E’ più semplice trovare una via d’uscita  da un ginepraio che una soluzione per la questione Accam. Anche quando le cose, passettino dopo passettino, sembrano camminare nel senso delle decisioni prese a maggioranza.

Inceneritore di certezze

C’è tensione a Busto tra Forza Italia e Lega Nord. E il pomo della discordia è Accam. O meglio la data di chiusura dell’inceneritore. A puntare i piedi e ribadire la volontà di non far passare lo slittamento al 2027 sembra sia stata la sezione bustocca della Lega. Posizione che qualche giorno fa pare essere stata ribadita. Un puntare i piedi che ha avuto come conseguenza quella di far schizzare le frizioni. E tutto questo a due settimane dall’assemblea dei soci che dovrebbe approvare definitivamente lo slittamento.

Dimissioni del cda?

La voce che il il presidente della società Laura Bordonaro e il cda sia pronto a rassegnare le dimissioni è iniziata a circolare nelle scorse ore. Su questo però non arrivano conferme. Anche perché, quella delle eventuali dimissioni, non è una mossa strategica per mettere con le spalle al muro chi punta i piedi sul 2021. Piuttosto una logica conseguenza nel momento in cui non venisse approvato lo slittamento della chiusura.

Insomma è la logica a voler questo: l’attuale cda, dopo che anche il segretario provinciale della Lega Matteo Bianchi l’ha spronato a mettere sul tavolo una decisione e tracciare una linea, ha lavorato all’elaborazione di un piano industriale, che anche un piano di salvezza. Del resto è noto che i conti non tornano e che la pesante situazione economica è un fardello che ha radici più profonde. Anche per scelte derivanti dal passato. Il motivo delle difficoltà economiche è strettamente legato alla scadenza del 2021: una proroga darebbe la possibilità di riportare in attivo il bilancio.

Sembrava una questione di tempo. Invece…

Il piano, predisposto su arco temporale che arriva al 2027, è stato presentato all’ultima assemblea dei soci, durante la quale i sindaci, dopo aver dato un consenso di massima sulla soluzione, hanno chiesto di poter fare un passaggio nei vari consigli comunali.

Insomma a tutti è parso a quel punto che il rinvio fosse solo questione di tempo. Invece no. Poiché anche stavolta, come del resto prevede il copione Accam, dopo il passo in avanti si rischia di nuovo lo stop.

Stop che mai come ora però appare definitivo. Del resto il cda ha detto con chiarezza che esiste solo via di salvezza non traumatica e questa prevede lo sforamento oltre il 2021. In caso contrario l’ipotesi fallimento, commissariamento e (dicono da più parti) prosecuzione dell’attività senza più limiti temporali, sono proprio dietro l’angolo.

Insomma un ginepraio. Anzi, molto di più.

 

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