«Agesp verso l’estinzione»: Maggioni (PD) invoca il dibattito in consiglio a Busto

Maurizio Maggioni

BUSTO ARSIZIO – «Se Agesp continuasse a gestire servizi di livello comunale rischierebbe nel breve periodo l’insignificanza e l’estinzione». Lo dice Maurizio Maggioni, capogruppo del PD, che va in scia al “collega” di opposizione Gigi Farioli e invoca il ritorno del dibattito sul futuro delle partecipate di Busto di fronte al consiglio comunale. «Non ho fiducia che lo voglia o lo sappia fare – ammette Maggioni rispetto al ruolo dell’assemblea civica – ma continueremo con più determinazione a chiedere che lo faccia». Anche se vede il «Consiglio comunale ridotto al ruolo di ratificante finale di scelte preconfezionate».

La preoccupazione per Agesp

Preoccupato dal «forte ridimensionamento» di Agesp prospettato con la vendita del ramo Energia e la revisione dei servizi della Strumentale, l’esponente Dem ribadisce, da un lato, che «occorrerebbe indirizzare le proprie Società all’offerta di servizi verso territori più ampi», e dall’altro definisce «grave» la logica «teorizzata dal sindaco di procedere per valutazioni parziali» (Antonelli aveva detto «una cosa alla volta»).

La nota di Maggioni (PD)

La maggioranza ed il Sindaco sembrano non rendersi conto del processo generale in atto ormai da qualche anno che sottopone tutte le società partecipate, come si sono costituite nei decenni passati, a profonde revisioni nel segno dell’efficienza e della buona gestione dei bilanci pubblici.
I servizi locali della città di Busto possono essere gestiti attraverso l’intervento di una Società partecipata solo quando si realizzano le condizioni di competitività rispetto ad una gestione in proprio con affidamenti ad aziende private.
Per questo se AGESP dovesse continuare soltanto ad operare per offrire i servizi di livello comunale rischia nel medio periodo l’insignificanza e l’annullamento, considerando che la dimensione del comune di Busto Arsizio, pur ragguardevole, è comunque non sufficiente a dare ragione del ricorso alla costituzione di una società partecipata per una gestione economica di servizi comunali in grado di garantire efficienza e competitività.
Molti Comuni, come abbiamo ricordato inascoltati Consiglio Comunale, hanno proceduto, da anni ad indirizzare le proprie Società all’offerta di servizi verso territori più ampi, all’allargamento della base sociale, all’apertura di collaborazioni con Comuni vicini, realizzando società a capitale pubblico di più vaste dimensione e di più forte capacità economica. Busto ha operato in solitaria e mentre la situazione presenta il conto, sarebbe ora di aprire prospettive strategicamente nuove.
Le due decisioni più recenti, autorizzazione alla vendita de Agesp Energia (gas, elettricità e teleriscaldamento) e la revisione dei servizi di Agesp Attività Strumentali (in rosso da due/tre anni) per decidere cosa mantenere in Agesp e cosa no, hanno già determinato un forte ridimensionamento di AGESP e prospettano una sua progressiva riduzione.
Già dall’anno scorso su iniziativa del Consigliere Farioli e del gruppo Popolo Riforme Libertà le Commissioni sono state convocate insieme con gli Amministratori ed i Dirigenti delle società partecipate con l’obiettivo condiviso anche dagli altri gruppi di minoranza, PD e Progetto in Comune e di verificare ed aggiornarne le scelte strategiche, esigenza rispetto alla quale la Giunta e la maggioranza intera, salvo l’intervento di qualche Consigliere, rimanevano indifferenti.
Però dopo soli sessanta giorni il Sindaco e la maggioranza si sono presentati in Consiglio per deliberare l’autorizzazione alla vendita di Agesp Energia, decisione che abbiamo giudicano negativamente, perché alienerebbe una struttura pubblica (rete di teleriscaldamento) utile potenzialmente in una possibile (ma mai ipotizzata) visione di sviluppo strategico di AGESP.
Grave però ancor di più è la logica applicata dalla maggioranza e addirittura teorizzata dal Sindaco secondo la quale si deve procedere per valutazioni e scorpori parziali senza aver prima determinato il quadro complessivo di AGESP: la logica che sia positivo affrontare passo per passo i pezzi dei singoli servizi, implica forse conoscere cosa si toglie ma certamente nemmeno sapere cosa rimane.
Questo preoccupante quadro richiede che il Consiglio Comunale sappia ri-assumere la regia di questo processo. Non ho fiducia che lo voglia o lo sappia fare, ma continueremo con più determinazione a chiedere che lo faccia.
E’ certo che tutto quanto sta avvenendo vede un Consiglio comunale ridotto al ruolo di ratificante finale di scelte preconfezionate, l’esatto opposto del ruolo e delle competenze affidate dalla legislazione ai Consigli Comunali, che sono, in quanto organi rappresentativi dei cittadini, per eccellenza politici, titolari della potestà di indirizzo oltre che di controllo politico e amministrativo del Comune.
Ma al di là delle schermaglie tra maggioranza e minoranza, tra Giunta ed opposizioni, occorre che ci si renda conto che il tema dei servizi di rilevanza economica, fondamentale per il futuro dei prossimi decenni del Comune, deve essere assegnato a pieno titolo al dibattito ed al confronto pubblico, più ampio possibile processo che metterebbe alla prova tutti gli interlocutori, minoranze comprese.

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