Oasi Bruschera ad Angera, Manica (Allea): «Quello sfalcio non era da fare»

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ANGERA – «Un mostro circola tra le nostre teste; una fiera dalle mille bocche e dalle poche orecchie che si ciba della propaganda, riempiendosi lo stomaco, appoggiando concetti che non le appartengono». Il capogruppo di minoranza, Milo Manica (Allea), ricorre a un’immagine dai toni – letteralmente – epici. L’unico modo per esprimere il suo forte dissenso sulle ultime operazioni effettuate all’Oasi della Bruschera di Angera. In particolare, su un laghetto didattico che di recente ha subito la lama dei decespugliatori, causando, a suo dire, un danno non indifferente da un punto di vista ambientale.

Danno o delirio?

A dare il via alla questione è stata la visita di una delegazione dei presidenti dei parchi della Provincia, che ha poi portato il Comune a intervenire per sistemarlo. A parlare non è il Manica politico, ma lo studioso che da sempre si occupa dei temi che riguardano il patrimonio verde del territorio e della fauna che lo vive. Che sottolinea: «La mente che si è concessa di sconvolgere questo piccolo ambiente (atto all’educazione dei più piccoli e delle famiglie) dovrebbe rendersi conto che ha stroncato la biodiversità con una semplicità disarmante. E ora lo stagno didattico appare come una pozzanghera sterile in cui qualche incivile butterà delle bottigliette di plastica». Chiamato in causa, il sindaco Alessandro Paladini Molgora ha subito replicato: «Ma l’avete letto il testo del consigliere Milo Manica? Siamo al delirio politico con citazioni dantesche». Da qui, un botta e risposta che ha dato alla vicenda una piega polemica.

«Il sonno della ragione genera mostri»

Manica ha puntato il dito contro l’amministrazione, raccogliendo le sue impressioni in un lungo sfogo pubblicato sui social. Ecco il testo integrale:

Un mostro circola tra le nostre teste; una fiera dalle mille bocche e dalle poche orecchie che si ciba della propaganda, riempiendosi lo stomaco appoggiando concetti che non le appartengono: intenzioni straordinarie come “Bioconservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale”, “Zone umide fondamentali risorse di tutela della biodiversità”, “Rinascita degli ecosistemi”. Queste sono le tematiche trattate durante l’ultimo incontro tenutosi sotto il nome dell’Amministrazione Comunale di Angera e citate dai rappresentanti dei parchi varesotti, che da anni si impegnano per la tutela dell’ambiente… me li vedo i nostri rappresentanti a disquisire, con mal celata incompetenza, insieme ai presidenti dei parchi. La necessità della propaganda porta a nutrirsi di temi di cui si conosce ben poco e sono le azioni intraprese a testimoniare una simile voracità.

In foto (sopra, ndr) la situazione attuale dello stagno didattico all’ingresso della Palude Bruschera. Realizzato qualche anno fa con contributi provinciali derivati da un progetto finanziato da Fondazione Cariplo. Immagino “pulito” proprio in occasione di quella visita.
In mancanza di conoscenze e di competenze sembra che certi si beino di far apparire “l’ordine”: un ordine puramente estetico e non funzionale; un ordine che ignora i fragilissimi equilibri della vita, che inconsciamente eleva l’uomo sopra la natura senza nemmeno sapere cosa significhi “Natura” (nascita della vita).

Il mostro ci dice: “Pulito”, “Ordinato” ai nostri occhi; ma poco importa l’estetica dell’ordine… perché?
Perché in questo stagno, quest’anno, non ci saranno libellule: recidendo i fili d’erba hanno compromesso le strutture vegetali dove le larve si posavano per compiere la straordinaria metamorfosi che le porta a volare libere nel cielo.
Un’intera generazione di rane, che hanno deposto le proprie ovature a marzo-aprile, rischia la sopravvivenza perché, insieme alle piante, è stata tranciata anche la loro ombra sull’acqua: un delicato equilibrio, meccanismo di vitale importanza che permettere ai girini di crescere, diventare rane adulte e uscire.
Non ci saranno farfalle a nutrirsi e a disegnare tracce bizzarre in aria.
Nemmeno un fiore è sopravvissuto alla rabbia del decespugliatore.
Hanno creato un deserto così triste; guidati dalla non conoscenza, dall’insensibilità (pur riempiendosi la bocca dei temi straordinari)… hanno rigurgitato, addosso a chi ascolta, quel finto buon senso ambientalista tradito dalle loro azioni.

Altro che giornata mondiale dell’ambiente… quella d’altronde era giorni fa: storia antica.
Ho scritto una mail agli amministratori che da anni cerco di consigliare (anche avvisato delle riunioni all’ultimo minuto, anche a km di distanza per telefono) per rendere manifesta la mia delusione e invitando i mandanti alla vergogna.
Di questo scempio ho informato anche le associazioni ambientaliste della zona e il settore provinciale addetto all’ambiente.

La mente che si è concessa di sconvolgere questo piccolo ambiente (atto all’educazione dei più piccoli e delle famiglie) dovrebbe rendersi conto che ha stroncato la biodiversità con una semplicità disarmante e ora lo stagno didattico appare come una pozzanghera sterile in cui qualche incivile butterà delle bottigliette di plastica.
Il sonno della ragione genera mostri.

«Delirio politico con citazioni dantesche»

Immediato l’intervento del primo cittadino. «Siamo al delirio politico con citazioni dantesche», ha detto. «Per carità, sarebbe stato meglio che l’operatore non avesse sfalciato quei due metri lineari intorno al laghetto didattico. Ma che da questo si passi al danno ecologico ambientale irrecuperabile, ne passa veramente tanto». Non solo, per Paladini Molgora, le dichiarazioni del suo avversario politico «non nascondono l’evidente fastidio rispetto al fatto che presidenti di parco si siano confrontati con me e non col consigliere di minoranza, che, ricordo, ha preferito dimettersi dalla commissione Oasi, esattamente come da quella per l’ospedale, per poter sfogare il suo livore piuttosto che concentrarsi sul fare (come avrebbe potuto fare in questo caso seguendo l’operatore del taglio erba)».

Diseducazione ambientale

Di fronte alla posizione del sindaco, Manica è uscito di nuovo allo scoperto, con alcune precisazioni.  «L’amministrazione ha lasciato scadere la convenzione con l’ente gestore dell’area e non ha rinnovato la Commissione, che è sempre stata usata come pretesto per non intervenire sulle gestione, disattendendone le richieste». E affonda: «Assurdo scaricare la colpa della mala gestione sugli operai, che eseguono quanto gli viene richiesto. Nell’ottobre scorso avevo curato manualmente una pulizia dell’area affiancando un operaio comunale. Stavolta hanno distrutto un piccolo ecosistema. Un luogo dedicato alla didattica (nato con soldi ricavati a fatica da un bando), bene della collettività, trattato in questo modo porta solo alla diseducazione ambientale».

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