Aperti a Legnano due sportelli per microcredito e sostegno ai “nuovi poveri”

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LEGNANO – Sono operativi da oggi, mercoledì 22 novembre, a Legnano i due sportelli annunciati a ottobre da Fondazione Welfare Ambrosiano. Obiettivo: sostenere persone e piccole imprese in momentanea difficoltà economica attraverso microcredito, credito solidale o altre forme di solidarietà.

Gli sportelli e i volontari che vi presteranno servizio sono stati presentati lunedì 20 in un incontro aperto al terzo settore, ai servizi sociali e, in generale, a tutti coloro che, nelle parole di Salvatore Forte, presidente della Fondazione comunitaria Ticino Olona, «possono diffondere l’iniziativa e diventare “antenne” riuscendo a intercettare quella parte di popolazione che, in momentaneo bisogno, per vergogna o altri sentire, non si fa avanti spontaneamente». Proprio nella sede di Fcto (via Gilardelli 21) sarà aperto ogni mercoledì mattina uno degli sportelli; l’altro il venerdì pomeriggio nella sede della Cisl (via XXIX Maggio 54). A entrambi si accede su appuntamento: per quello della Fondazione Ticino Olona chiamando lo 0331 442461 o inviando una e-mail a info@fondazioneticinoolona.it, per l’altro alla Cisl telefonando allo 0331 926911.

Iniziativa della Fondazione Welfare Ambrosiano

L’apertura sul territorio per venire incontro alle sue necessità è il risultato della collaborazione delle due Fondazioni con Cisl Milano Metropoli e Comune di Legnano. «L’offerta di questo servizio – ha sottolineato l’assessore al “benessere e sicurezza sociale” Anna Pavan – viene incontro a un bisogno sommerso ma presente nelle nostre comunità. Doversi recare a Milano per usufruirne poteva rappresentare un ostacolo. Come amministrazione, preferiamo dare servizi piuttosto che contributi fini a se stessi. Ora sta a noi intercettare i bisogni da girare alla Fondazione Welfare Ambrosiano».

Heidi Ceffa, direttrice di Fwa, ha rimarcato come i destinatari «non sono cittadini che normalmente si rivolgono a questi servizi, ma ciononostante hanno bisogno di supporto e a cui noi cerchiamo di far fronte con servizi di welfare integrativo per i quali è molto importante dare risposte sul territorio, perché ognuno ha caratteristiche specifiche. La nostra Fondazione mette a disposizione forme di microcredito (da 2 a 10.000 euro da restituire entro un anno con un tasso d’interesse del 2,75% solo per coprire i costi di gestione bancaria) ma anche strategie per accompagnare le persone nel ricostruire un equilibrio venuto meno come la formazione sulle soft skills, il coaching e altre modalità di accompagnamento».

Aiuti mirati tra welfare e lavoro

«Non siamo una finanziaria – ha tenuto a precisare Ceffa – ma una fondazione no profit, tutti i servizi che offriamo sono gratuiti. Siamo specializzati nell’accesso al credito per chi non ne ha le credenziali, per spese primarie quali affitto, spese condominiali, lanticipo per l’acquisto di una casa, la mensa scolastica dei figli o spese mediche (ma non per altri prestiti); inoltre sosteniamo l’avvio di attività professionali in proprio. I nostri prestiti non sono per tutti, possiamo offrire altre soluzioni ad esempio per il sovraindebitamento, tema emergente su cui ci stiamo concentrando sempre di più».

In sostanza, gli sportelli si interfacciano con i centri per l’impiego e con le realtà che offrono servizi sul territorio per lavorare insieme a loro: «La grande sfida è costruire un ponte tra i servizi per le politiche del lavoro e i servizi per il sociale, che richiede il coinvolgimento dei cittadini e di tutti gli enti che operano nel settore sociale: associazioni, parrocchie, volontari, tutti alleati indispensabili per intercettare bisogni e gestire risposte».

Cambiano emergenze e risorse sul territorio

Da Eros Lanzoni, segretario confederale di Cisl Milano Metropoli, l’appello «alle associazioni di imprenditori, che ci piacerebbe coinvolgere per dare una risposta più precisa e più concreta si bisogni». Mentre Forte ha osservato come «con la pandemia le Fondazioni di comunità, nate sull’onda di Fondazione Cariplo, hanno cambiato pelle e cominciato a interessarsi di povertà, non quella cronica ma quella dei “nuovi poveri”: persone che hanno perso il lavoro e non hanno il reddito di cittadinanza, colpite da una malattia o alle prese con un matrimonio dove un reddito solo non basta, e che hanno difficoltà a orientarsi e a trovare aiuto rispetto a chi è povero da tempo e può contare su alcuni punti di riferimento. Questa esperienza ha avuto successo e da lì siamo andati avanti, dal progetto Solidarietà in Circolo fino al progetto 300+1. Le difficoltà esistono anche per piccole aziende, c’è un ventaglio davvero ampio di possibilità».

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